“Gli anziani fragili sul nostro territorio sono moltissimi, la loro cura rappresenta un tema fondamentale sia per le famiglie che per le istituzioni locali.” A parlare è Chiara Fornara, dirigente del Consorzio Servizi Sociali del Verbano e referente del progetto La cura è di casa, che punta a migliorare i servizi pensati per la popolazione over 65, alleggerendo inoltre il carico di cura per le famiglie. La cura è di casa è nato infatti nella provincia del Verbano Cusio Ossola e del Novarese, dove il 25,4% della popolazione è ultra 65enne, quantitativamente 43.523, tra questi il 21,3% sono considerati popolazione fragile, di cui il 46% sono invece in condizioni di vulnerabilità e il 54% sono dipendenti.
Fra gli anziani fragili oltre il 22% beneficia di servizi pubblici o convenzionati (residenziali o domiciliari) e circa il 32% di servizi privati (assistenti familiari). Il restante 46%, che coincide con la fascia di anziani vulnerabili, si affida esclusivamente al sostegno dei familiari
Continua Chiara Fornara, “il progetto si rivolge proprio a questa fascia di popolazione, per contrastare le situazioni di solitudine e di isolamento e sostenere le famiglie”. La principale criticità, nella gestione di queste situazioni, è che tutti i soggetti, pubblici o convenzionati operano in maniera autonoma in base ai bisogni delle persone e alle risorse professionali disponibili, sulla base di quello che Chiara Fornara definisce “un coordinamento occasionale, senza condividere un modello organizzativo unitario, in particolare sulla gestione della domiciliarità”.
Per questo il progetto mira a “ricondurre entro un quadro unitario il problema della fragilità della popolazione anziana” grazie alla creazione di una rete con capofila la Provincia del Verbano Cusio Ossola, che assume ruolo di coordinamento, i tre Consorzi dei Servizi Sociali del VCO (Verbania, Omegna e Domodossola), la ASL, le strutture accreditate (in particolare le RSA), le organizzazioni di volontariato, il CREMIT (Centro Ricerca Educazione Media Informazione Tecnologia) dell’Università Cattolica Sacro Cuore Milano e tre Fondazioni erogative (la Fondazione Comunitaria del VCO, Comunità Attiva di Cannobio e Vita Vitalis).
“Per raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti”, chiarisce Fornara, “attiveremo soluzioni che facilitino l’interazione di anziani e famiglie con la rete dei servizi comunitari per garantire sia il sostegno e l’accompagnamento, in particolare nella fase di post acuzie, sia un approccio preventivo degli eventi acuti, contrastando in questo modo l’attuale propensione verso soluzioni di tipo residenziale”. La cura è di casa prevede il coinvolgimento di oltre 200 figure professionali dei servizi socio-sanitari e, attraverso le iniziative dedicate, di circa 350 volontari. Le attività progettuali prevedono inoltre di raggiungere circa 350 assistenti familiari e di “rafforzare il coinvolgimento attivo della cooperazione attraverso la coprogettazione di servizi comunitari in grado di promuovere nei contesti locali nuove forme di condivisione e mutualità”. Le attività a regime riguarderanno progressivamente almeno 700 anziani fragili vulnerabili e altrettanti familiari mettendo in campo le azioni progettuali previste per il monitoraggio e la prevenzione degli eventi acuti. Inoltre, “le tre campagne di comunicazione pianificate - reclutamento volontari, promozione servizi e sensibilizzazione sulla raccolta fondi - raggiungeranno le oltre 7.000 famiglie del territorio dell’ASL VCO” conclude Fornara.