Nei 15 comuni appartenenti al distretto sociale di Mantova vivono circa 150mila abitati. Il 10% sono giovani ed hanno tra i 15 ed i 25 anni. «15mila ragazzi», spiega Andrea Caprini, assessore al welfare del comune di Mantova. «La maggior parte di loro non trova un’occupazione e la strada verso l’indipendenza economica ed abitativa è ancora troppo lunga». Per questo motivo lo scorso febbraio è partito Boomerang, il progetto sostenuto dal bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo di cui Caprini è responsabile, pensato e strutturato per questo specifico target che, sottolinea l’assessore, «abbiamo per troppo tempo tralasciato».
«Negli anni passati», continua, «da parte delle amministrazioni locali c’è stato un ritrarsi evidente dal punto di vista delle politiche giovanili: c’erano sempre temi più importanti da trattare o la crisi economica e sociale da gestire. Così facendo il territorio stava rischiando di diventare ancora meno attrattivo per i giovani. Ci sentivamo come una valle alpina isolata dal mondo». Invece oggi, grazie a Boomerang, le cose stanno iniziando a cambiare.
Crediamo sia fondamentale per la rinascita dei territori il dialogo continuo tra gli enti locali ed il mondo del Terzo Settore
Il nome Boomerang nasce da un gioco di parole: «C’è stata una generazione boom, quella degli anni sessanta che ha vissuto il boom economico. Ha potuto usufruire di tante opportunità eavere a disposizione diversi strumenti per partecipare alla crescita del Paese e insieme emanciparsi. Per le generazioni di oggi tutto ciò rappresenta un sogno. L’indipendenza la si vive come un traguardo irraggiungibile. Noi che abbiamo fatto parte di quella generazione fortunata dobbiamo garantire ai giovani le stesse opportunità di una volta, dargli la possibilità di partire, imparare, viaggiare e poi farli tornare indietro – arricchiti di esperienza – per arricchire a loro volta il territorio dove sono nati. Devono sentire di poter costruire una vita bella ed appagante anche qui».
Boomerang si sta muovendo su due assi fondamentali: da un lato l’indipendenza lavorativa, dall’altro quella abitativa. «Speriamo di coinvolgere oltre 100 giovani. Sull’asse lavoro stiamo iniziando collaborazioni con aziende locali affinché i ragazzi possano iniziare ad entrare nel mondo del lavoro attraverso i tirocini. Abbiamo in programma l’apertura di uno spazio di co-working dove poter condividere il sapere e le competenze. Inoltre», continua Caprini, «per i giovani desiderosi di entrare nel mondo del lavoro con idee innovative che prestano particolare attenzione al mondo sociale, abbiamo messo a disposizione quelli che io chiamo gli “imprenditori vecchio stampo”. Professionisti che conoscono bene il mestiere e possono aiutare, supportare e consigliare i ragazzi nella realizzazione della loro start up. Oggi stiamo lavorando alla costruzione di una piattaforma on line di gestione delle progettualità, prevedendo la stesura di protocolli operativi e la partecipazione attiva dei giovani alla realizzazione del progetto».
Accanto all’accesso al mondo del lavoro, Boomerang intende anche incoraggiare l’autonomia abitativa dei giovani. Il progetto prevede infatti la creazione di canoni di locazione agevolati, oltre all’attivazione di uno sportello per la casa collegato agli sportelli del lavoro e alle imprese.
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Tra le misure previste anche un prestito per le spese di locazione, formazione e mobilità e la creazione di una card con il coinvolgimento degli esercizi commerciali locali. «Il rapporto con il territorio», afferma Caprini, «diventa quindi fondamentale. Speriamo di stipulare quante più convenzioni è possibile con gli esercenti locali».
Entrambe le azioni su lavoro ed abitazione saranno potenziate per quella fascia di giovani che vive in condizioni di fragilità. «Per i giovani in generale è già difficilissimo trovare una strada ed affermarsi», dice Andrea Caprini. «Per quelli che partono da una condizione ancora più sfavorevole le difficoltà si triplicano».
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Minori allontanati dalla famiglia d’origine, ragazzi con problemi di tossicodipendenza, giovani che hanno abbandonato la scuola, «per loro», aggiunge Caprini, «abbiamo pensato di creare un gruppo di lavoro ad hoc per offrire a questi giovani soluzioni adeguate, portarli letteralmente fuori dal campo delle fragilità e accompagnarli verso l’indipendenza».