Restituire alle persone con disabilità il potere sulla propria vita. È questo l’obiettivo di “Inclusione sociale e disabilità”, il progetto sviluppato sul territorio di Cinisello Balsamo, e sostenuto dal bando “Welfare di comunità e innovazione sociale”. «L’idea nasce dalla constatazione che il sistema di servizi alla persona troppo spesso è insufficiente in termini di efficacia», spiega Marco Faini, responsabile del progetto. «In qualche modo il sistema di assistenza è un’autostrada senza via d’uscita. Trova risposte preconfezionate ma non riesce ad intercettare le risorse delle persone con disabilità». Una mancanza che, secondo Faini, rappresenta «una perdita enorme, sia per chi è coinvolto in prima persona, che per tutta la comunità».
Per questo, il nuovo progetto punta a rimettere al centro la persona, partendo dalle sue caratteristiche individuali e costruendo, piano, piano, un percorso che possa aiutarla a raggiungere i suoi obiettivi di vita, puntando sulle sue specificità.
Quattro gli assi fondamentali su cui è costruito il progetto: i laboratori di condivisione, lo sviluppo di progetti individuali, l’attivazione della comunità e, infine, la ricerca e il monitoraggio.
«Il nostro obiettivo finale è riuscire a migliorare la qualità della vita delle persone. Da un’analisi dei dati che abbiamo fatto, infatti ci siamo resi conto che, nella maggior parte dei casi, le risorse investite nei servizi non hanno come conseguenza diretta un miglioramento della qualità della vita dei beneficiari», continua Faini. «Per questo è fondamentale ripensare il sistema, così che le risorse possano essere impiegate in modo più efficace e dare frutti concreti. Vogliamo personalizzare i servizi, costruendo le risposte sulle specificità di chi ne ha bisogno. L’obiettivo concreto è sviluppare 60 progetti individuali, su misura per ognuno».
Vivere in un luogo dove le persone sono sensibili ai temi della disabilità, significa vivere in un contesto abilitante, dove l’inclusione risulta più facile.
Alla base dell’idea un approccio condiviso delle necessità e delle risorse di ogni individuo. «Per quanto riguarda la scelta della modalità abitativa di una persona, ad esempio, sarà importante agire in modo integrato tra i servizi, così da riuscire ad avere la visibilità su quali possano essere le migliori opportunità presenti ed eventualmente costruirne di nuove, insieme alle persone coinvolte e alle loro famiglie, in modo da aiutare tutti a sperimentare la propria autonomia». Un ruolo chiave nel progetto è rappresentato dalla comunità perché, continua Faini, vivere in un luogo dove le persone sono sensibili ai temi della disabilità, significa vivere in un contesto abilitante, dove l’inclusione risulta più facile.
«La nostra scommessa è riuscire a diminuire i rapporti professionali di assistenza, attivando invece quelle relazioni comunitarie, che una volta erano fortissime nei paesi e che ancora oggi possono essere determinanti per aiutare le persone nel raggiungimento dell’autonomia. Avere una comunità attenta significa avere delle piccole ma frequentissime scintille di aiuto potenziale».
Un ruolo chiave nel progetto verrà giocato dalla ricerca e dal monitoraggio perché questi nuovi progetti individuali possano essere accompagnati dagli strumenti giuridici adeguati. «Abbiamo coinvolto tra i partner il dipartimento di giurisprudenza dell’Università Statale di Milano, perché Inclusione sociale e disabilità punta a cambiare moltissimo gli equilibri dei servizi, coinvolgendo in prima persona i beneficiari e le famiglie, per questo è importante contemplare anche l’aspetto giuridico delle novità che questo nuovo approccio comporta», spiega Faini, sottolineando che i cambiamenti portati dal progetto saranno tanti. «Il nostro è un obiettivo ambizioso: vogliamo ridare alle persone il potere sulla propria vita».