Sono otto i nuovi progetti finanziati nell’ambito della IV edizione di “Welfare in Azione” che sono stati presentati il 6 settembre allo Spazio Oberdan a Milano. Con questi otto progetti, che si uniscono ai ventisette delle edizioni precedenti, saranno coperte tutte le province di riferimento di Fondazione Cariplo. Con la IV edizione del Bando Welfare di Comunità e Innovazione Sociale il contributo di Fondazione Cariplo raggiunge quasi 35, 5 milioni di euro.
Quest’anno i temi affrontati sono l’occupazione giovanile, la legalità come bene comune, le famiglie, la salute mentale, il welfare aziendale, le relazioni sociali e i nuovi modelli di abitare sociale. I progetti mirano alla rivitalizzazione di territori isolati, al coinvolgimento delle comunità locali, degli enti pubblici e privati, ma anche delle imprese. Tutti sono chiamati a ripensare il welfare territoriale.
I progetti sui giovani mirano a costruire per loro un futuro migliore.
Segni di Futuro, che opera nel territorio della Valle Camonica, intende favorire l’occupabilità giovanile, in un territorio sempre più spopolato e in cui i giovani sono sempre meno protagonisti del loro futuro. Il progetto intende avvalersi di percorsi di alternanza scuola - lavoro, ma soprattutto mettere in campo laboratori per permettere ai giovani di acquisire nuove competenze e stimolare la crescita professionale chiamando ai tavoli anche le aziende. Mentre LegamiLeali 2.0, che opera nell’area del Garda, affronta il tema della legalità come bene comune. Alcuni minorenni e giovani adulti a rischio illegalità verranno coinvolti in attività turistiche sviluppate in quattro immobili sequestrati alla criminalità organizzata. L’obiettivo è creare le condizioni affinché gli stessi cittadini diventino una comunità educante, “Perché un barista può essere più influente di un educatore.”
Prova a ripensare il welfare aziendale il progetto Valoriamo che opera a Lecco e intende affrontare le fragilità connesse alla disoccupazione. Valoriamo vuole intercettare e accompagnare in percorsi personalizzati verso il lavoro circa 500 persone in temporanea difficoltà, attraverso la formazione di nuove figure territoriali e l’attivazione di welfare hub e welfare point. Il suo punto di forza sta nell’interpretare e proporre il welfare aziendale come strumento integrato in un sistema di welfare territoriale, con un’innovativa offerta di servizi inclusivi a km0, attivati attraverso il coinvolgimento del terzo settore.
I progetti che si occupano del tema della vulnerabilità delle famiglie cercano di ricostruire legami, perché la vulnerabilità non è soltanto di tipo economico ma anche relazionale. Il progetto Comunità che diventa famiglia che opera a Morbegno intende introdurre la figura di un tutor familiare, coinvolgendo l’amministrazione cittadina e alcune associazioni attive sul territorio con l’obiettivo di aprire nuovi luoghi dove incontrarsi e tornare ad essere una comunità. FareBeneComune che opera a Pavia invece intende affrontare la vulnerabilità e l’impoverimento delle famiglie a basso-medio reddito con figli, attraverso laboratori, tutoring familiare e valorizzazione degli spazi educativi pubblici e privati.
I progetti che si occupano di salute mentale mettono al centro la felicità e l’innovazione. aMicittà che opera a Milano, si rivolge al bacino territoriale del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda. L’innovazione sta nel coinvolgere persone che hanno vissuto un disagio mentale per creare un supporto alla pari che risulti prezioso. “Ci ispiriamo al Kintsugi, una tecnica giapponese che consiste nell’utilizzo dell’oro per sanare le crepe degli oggetti in ceramica, per rendere così un oggetto riparato ancora più prezioso”. Anche il progetto Recovery.net, che opera a Brescia e Mantova, è rivolto a persone con fragilità mentali. Attraverso l’utilizzo di pratiche innovative, il progetto mira ad aiutare queste persone a condurre una vita più felice senza il ricorso a centri diurni o ricoveri ospedalieri. Inoltre, attraverso azioni culturali, il progetto favorirà una rappresentazione positiva del disagio mentale.
Prova a ripensare nuovi modelli di abitare sociale il progetto Milano 2030 che opera nell’area metropolitana di Milano e si rivolge ai giovani in cerca di autonomia abitativa. “Milano è una metropoli ricca di opportunità che però rischia di essere esclusiva ed escludente. Abbassare il costo della vita significa alzare la qualità della vita.” Il progetto intende farlo attraverso l’alleanza tra soggetti pubblici e privati per disegnare la Milano del 2030. Lo farà sperimentando nuovi modelli di abitare collaborativo e sviluppando stili di vita sostenibili e solidali.
Sarà un lavoro di squadra perché Fondazione Cariplo in questi tre anni accompagnerà tutti i partenariati coinvolti, offrendo loro un supporto al fundraising, monitoraggio, comunità di pratica e attività di comunicazione. La Fondazione, insieme ai servizi di accompagnamento, avrà un ruolo presente e costruttivo che aiuterà i progetti nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Li seguirà e li racconterà da vicino, con i loro occhi, alla ricerca dei risultati attesi e di quelli, forse ancora più speciali, inattesi.