Sono 37 i progetti ad oggi sostenuti dal Bando Welfare in Azione di Fondazione Cariplo che, negli ultimi quattro anni, hanno avviato un percorso di ripensamento in chiave comunitaria del welfare locale puntando sul coinvolgimento dei cittadini in processi partecipati, per rispondere ai bisogni sociali esistenti ed emergenti.
Molti di questi prevedono servizi e interessano fasce di popolazione che oggi sono particolarmente toccati dall’emergenza Coronavirus. Tra questi: persone vulnerabili e a rischio povertà, anziani, persone con disabilità, persone con patologie psichiatriche, ma anche famiglie che vedono venir meno il supporto scolastico, e giovani disorientati alla ricerca di occupazione o della propria strada.
In molti casi l’attivazione di nuove risposte per fronteggiare l’emergenza Coronavirus è stata pressoché immediata, grazie anche alle competenze e alle reti di progetto.
Le azioni principali sono rivolte alla domiciliarità e al supporto a distanza, con grande attenzione al tema relazionale e affettivo, visto il forzato isolamento; lo sforzo è sia quello di supportare le situazioni pre-esistenti di fragilità che fare emergere quelle nascoste ad esempio con servizi di sostegno telefonico, molto richiesti.
Alcuni progetti hanno quindi riposizionato i propri operatori e i volontari disponibili, lavorando accanto, prima e dopo l’azione sanitaria svolta dagli ospedali. Altri progetti stanno cercando di attivare azioni a distanza a sostegno delle famiglie, soprattutto quelle più fragili per evitare l’acuirsi di gap scolastici dei figli venendo meno delle forme di supporto e inclusione che la scuola in presenza garantiva, o gruppi di mutuo aiuto tra genitori per scambiarsi consigli in questo momento di “genitorialità inedita”; altri si sono attivati per rimanere in contatto con i più giovani, trovando nuove forme di protagonismo e di sostegno.
In questi primi giorni tutti i territori hanno agito sulla base di priorità ed esigenze di riorganizzazione molto contingenti e imprevedibili, che non erano abituati ad affrontare anche all’interno delle stesse realtà dei servizi sociali e del terzo settore:si pensi ad esempio all’osservanza delle nuove procedure e alla necessità di dispositivi di sicurezza, non sempre purtroppo ancora disponibili, all’emergere di situazioni di possibile contagio, alle nuove e legittime paure degli stessi operatori nello svolgere il proprio lavoro per mantenere aperti servizi necessari.
Ma cosa sta succedendo nei territori? In che modo alcuni progetti stanno rispondendo? Quali azioni per continuare a essere vicini, restando ognuno a casa propria?
Creare un territorio sempre più “anziano friendly” è l’obiettivo del progetto Invecchiando s’impara (a vivere), che negli ambiti di Seriate e di Grumello del Monte (BG) offre diverse azioni tutte mirate a garantire un invecchiamento sereno e attivo, facendo leva sulle passioni degli anziani e sulla forza della comunità. In questo periodo in cui il territorio bergamasco è fortemente messo alla prova dall’emergenza Covid 19, tutto il progetto è in prima linea per affrontare la situazione e sostenere tutti gli abitanti, soprattutto le persone anziane,che si trovano a dovere fronteggiare nuove necessità ma anche paure.
Le botteghe della domiciliarità, grazie ai suoi operatori, stanno raccogliendo telefonicamente le richieste dai cittadini e attivando grazie alla collaborazione con le diverse realtà della rete servizi di spesa, consegna farmaci, pasti e assistenza a domicilio. Ed è stato anche attivato il servizio “Caffè al telefono”, un modo semplice per condividere un “caffè virtuale” e farsi compagnia, per scambiare un parere o un’emozione.
Accorciare le distanze relazionali è l’obiettivo del progetto Distanze Ravvicinate che, nei 20 comuni intorno ai territori della Valle Imagna-Villa D’Almé (BG), prova a costruire un nuovo modello di welfare familiare e comunitario.
Anche qui tutti gli sforzi si sono concentrati nel garantire i servizi rivolti alla domiciliarità, soprattutto per gli anziani che vivono soli e per le persone con disabilità: consegna farmaci, spesa, pasti a domicilio.
Mentre dalla rete solidale di comunità, che il progetto ha creato nei mesi scorsi, arrivano messaggi che fanno bene al cuore. Come quello di una pasticceria del territorio, all’interno della quale è appena nato il primo caffè sociale , uno spazio in cui le persone anziane vivono momenti di convivialità.
Ciao, ti scrivo perché forse tu hai contatti con strutture con anziani, disabili nella zona vicino a Paladina, e volevo dirti che se in queste settimane c'è qualche ospite che compie gli anni o deve festeggiare qualcosa fammelo sapere che la torta ovviamente la omaggio io. Con tutte le dovute accortezze, per non far passare questi momenti sotto sotto, molto volentieri contribuiamo noi come pasticceria nel portare il dolce senza nessun tipo di costo.
Il progetto La cura è di casa, che nasce nel Verbano-Cusio-Ossola e in alcuni comuni del novarese, è impegnato per aiutare gli anziani a invecchiare bene a casa propria, migliorando la loro qualità di vita e diminuendo la percezione di isolamento, soprattutto dei residenti in zone periferiche o montane, in un’ottica di prevenzione.
In questo momento particolare, pur essendo orientato sul rinforzo alle azioni di domiciliarità, il progetto deve superare il problema del non poter avvalersi dei numerosi volontari “anziani”, in quanto anch'essi soggetti a rischio. Per questo il Comune sta cercando volontari tra i giovani universitari che, con tutte le opportune precauzioni, potrebbero aiutare a garantire la rete di distribuzione dei farmaci e spesa a domicilio.
Nel frattempo è stato rinforzato il supporto a distanza “Ti chiamo io!” in cui i tanti volontari chiamano quotidianamente gli anziani per scambiare due chiacchiere e segnalare i loro bisogni ai Comuni.
Stiamo vicini ai nostri anziani con una telefonata amica, che li faccia sentire parte di una comunità che si prende cura di loro anche in questo momento delicato.
Provare a immaginare e a costruire un “Welfare di montagna” nei territori valtellinesi, caratterizzati da invecchiamento e spopolamento, è l’obiettivo di TamTam Tempi di Comunità nei comuni del territorio di Morbegno così come quello di Sbrighes nei comuni del territorio di Tirano.
Il progetto Sbrighes ha come obiettivo il promuovere nuove opportunità di protagonismo e crescita per i giovani e iniziative basate sulla collaborazione tra, per aiutarle soprattutto nella cura di minori e anziani.
In questo periodo, per supportare i cittadini in difficoltà in particolare gli anziani soli, è stato quindi attivato il servizio “Chiama Sbrighes” per raccogliere le richieste dei cittadini e attivare azioni di sostegno, anche in collaborazione con i volontari della Protezione Civile, la rete dei medici di base e le farmacie.
In questi giorni delicati, in cui le nostre abitudini cambiano, le relazioni e i legami tra le persone sono più difficili, il Comune di Tirano in collaborazione con Sbrighes! ha pensato di attivare il progetto “Chiama Sbrighes!”: una nuova modalità per raccogliere i bisogni educativi, ricreativi, sociali delle persone e progettare nuove soluzioni di aiuto e supporto per affrontare insieme questo momento e continuare ad essere vicino alla comunità.
Il progetto Tam Tam coinvolge le famiglie del territorio, in particolare quelle più vulnerabili, promuovendo iniziative che favoriscano il mutuo aiuto, la solidarietà, lo scambio culturale, e l’attivazione. In questo momento, data l’impossibilità di incontrarsi di persona, Tam Tam ha messo in campo diverse azioni: un tutor famiglia e una videochiamata su skype per supportare i ragazzi nei compiti; le assistenti sociali di comunità hanno intensificato le telefonate amiche agli anziani che hanno in carico per monitorare il loro stato di benessere facendo da sponda con altre realtà in caso di necessità quotidiane come spesa e farmaciil laboratorio “chiacchiere in cucina” prosegue attraverso Skype per poi essere diffuso su Facebook e Instagram; infine l’iniziativa "una scintilla di energia" raggiunge virtualmente via facebook le famiglie dislocate nei piccoli comuni della valle, trasmettendo ogni giorno vicinanza regalando un pizzico di positività con consigli che provengono spesso dalle stesse famiglie.
Sempre attraverso i canali social, vista l’interruzione degli incontri presso il neo nato TamTam Bimbi di Delebio, le mamme volontarie continuano a coccolare i bimbi una volta a settimana con fiabe di tutto il mondo per far viaggiare bimbi tra i vari paesi. Anche se sono a casa.
Il progetto Amicittà, nei municipi 2, 3 e 9 del Comune di Milano, lavora affinché le persone con disagio psichico possano realizzare il proprio progetto di vita nella comunità locale in cui abitano.
A questo scopo sono stati attivati i budget di salute, percorsi alternativi all’inserimento in strutture psichiatriche grazie al supporto degli operatori e al coinvolgimento degli abitanti.
In questo momento il progetto si sta concentrando sul sostegno alle 30 persone seguite attraverso i budget di salute, spostando l’asse dell’intervento dall’inclusione sociale e lavorativa al sostegno alla domiciliarità, sia negli appartamenti condivisi messi in campo dal progetto sia presso i domicili privati. Gli interventi vanno dal fare la spesa all’assistenza dei pazienti, mentre i volontari e i facilitatori forniscono sostegno telefonico. Per rimanere informati e offrire a tutti le corrette informazioni, è stata stilata una Procedura gestione coronavirus progetto Amicittà che è stata diffusa a tutti gli operatori domiciliari. È stato attivato anche un gruppo di storytelling per raccontare storie positive di guarigione e di evoluzione dei singoli budget di salute.
Il Progetto YouthLab che ha l’obiettivo di favorire nella provincia di Erba il protagonismo giovanile, ha portato, la scorsa estate, alla nascita di un luogo di aggregazione dove sviluppare idee e progetti insieme alla comunità, presso la Stazione di Erba.
In questo momento, in cui tutte le attività presso la Stazione sono interrotte, la scelta è stata quella di usare i social per rinforzare il messaggio #iorestoincasa e allo stesso tempo non rinunciare alle relazioni.
L’équipe di progetto, insieme all’associazione di giovani Lo Snodo e alle associazioni del territorio coinvolte nel nuovo spazio in Stazione, hanno dato vita a un palinsesto a distanza. È la campagna keepintouch che prevede, come strategia contro la noia e la solitudine, momenti di socialità virtuale e la condivisione giornaliera sui social di libri da leggere, film da guardare e musica da ascoltare. Da commentare anche insieme.
Infine, il progetto Segni di futuro, rivolto ai giovani del territorio della Valle Camonica, ha l’obiettivo di aiutare i ragazzi a orientarsi nel mondo del lavoro, attivando l’intera comunità, responsabile insieme alle istituzioni e al mondo dell’impresa, del loro futuro. E il sogno di essere per loro come una scintilla.
Per questo, non potendo aprire i punti di comunità per l’orientamento al lavoro, è stato creato un Punto di Comunità sul Web, uno spazio digitale dove i giovani possono seguire delle lezioni on line sull’orientamento, prendere appuntamento skype con un operatore, trovare spunti per crescere le proprie competenze, ma anche incontrarsi e raccontarsi per provare a trovare la propria strada. E cercare insieme di trasformare questo vuoto in uno spazio da riempire di idee e consigli per far nascere e crescere progetti per il futuro, in attesa di poterli farebrillare.
In questi giorni in cui è cambiato tutto, all’improvviso, c’è qualcosa che è rimasto invariato.
È l’obiettivo: non lasciare nessuno da solo.
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