L-inc, è uno dei progetti della terza edizione del bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo, che nel territorio di Cinisello Balsamo, Bresso, Cormano e Cusano Milanino aiuta le persone con disabilità a autodeterminarsi, promuovendo e sperimentando diverse iniziative per favorire la loro inclusione sociale.
Compito di un educatore L-inc è quello di permettere alle persone con disabilità di perseguire in autonomia le proprie speranze e ambizioni personali e di farlo muovendosi liberamente sul territorio in cui vivono.
Ma come può accadere questo quando si è costretti a stare in casa?
Questo è stato, ed è tuttora, il principale problema che gli educatori si trovano ad affrontare da quando tutte le attività che si svolgevano in contesti collettivi sono state interrotte bruscamente.
Stiamo facendo di tutto per far capire che anche se i servizi sono chiusi, L-inc c’è,
Ecco perché, per non spezzare quei rapporti costruiti giorno per giorno, gli operatori stanno continuando a sentire quotidianamente circa 30 persone coinvolte nel progetto.
Tutti i giorni ci telefoniamo, videochiamiamo, chattiamo insieme per raccontarci come procede questo periodo di quarantena, come viviamo questa situazione, per dirci come stiamo in questo tempo sospeso.
Sul canale Instragram e sul sito è nata la rubrica “Un l-inc da casa” vengono raccontate storie e frammenti di quotidianità dei protagonisti del progetto e degli educatori che li sostengono a distanza.
Per mantenere il filo, ad esempio, Chiara e Raffaele, grandi amanti dei libri, tramite dei video leggono insieme “Fiabe lunghe un sorriso” di Rodari, dei racconti divertenti con personaggi memorabili che hanno al centro i valori della pace e dell’amicizia. Mentre Andrej, che non può più frequentare l’orto, è aiutato da un educatore a mantenere virtualmente i legami con i suoi amici ortisti con i quali coltivava, più che i pomodori, una bella amicizia.
In questo momento, come educatori, il nostro compito è infondere serenità, risolvere situazioni problematiche, fornire spunti per impegnarsi in attività interessanti.
Ma in questo periodo è essenziale, oltre a garantire continuità relazionale, anche mantenere intatto il progetto di vita di ognuno e dare la possibilità di coltivare le proprie passioni.
Per questo il progetto ha trovato il modo di portare avanti L-inc Teatro, un laboratorio teatrale nato in occasione del Giorno della memoria 2020, dedicato e aperto a tutti, la cui realizzazione coinvolge persone con disabilità intellettiva e fisica.
Il gruppo composto da 10 persone e guidato da Edgar Contesini, educatore Arcipelago e animatore, sta lavorando ad un progetto che si chiama Storie di chi, intorno al tema dello sterminio delle persone con disabilità perpetrato dai nazisti, noto come Aktion T4. L'idea è quella che siano proprio le persone con disabilità a farsi portatrici della narrazione, attraverso una personale elaborazione dei fatti, sul piano storico ed emotivo. La narrazione dell'olocausto dei disabili si intreccerà con le piccole e grandi storie di discriminazione che appartengono all'oggi. In questo periodo, in cui i partecipanti di L-inc Teatro sono in attesa di potersi ritrovare, il lavoro viene portando avanti, da casa. Secondo le proprie attitudini, c’è chi sta scrivendo i testi, chi imparando a memoria alcune parti, chi sta svolgendo ricerche on-line, chi sta inventando poesie.
E anche Ben Fatto, l'appuntamento mensile nato per sostenere il progetto attraverso corsi di diversa natura, dalla fotografia, alla cosmesi, allo yoga, continua sotto forma di tutorial condivisi sulla pagina Facebook di L-inc. Nell’ultimo video l’educatrice Lorena prepara con il supporto di Micol una crema idratante fatta in casa: Micol legge gli ingredienti mentre Lorena li mescola.
“Il 30 maggio era previsto un incontro di astronomia all’aria aperta. Troveremo il modo di realizzarlo virtualmente.” conclude, ottimista, Daniela Mezzela.
Sono anni che si parla di come la tecnologia possa essere uno strumento per favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità, ma forse anche a causa di limiti culturali, non se ne è mai diffuso l’utilizzo. E così, forse, quando questa emergenza sarà finita, la tecnologia sarà un alleato in più per continuare ad abbattere barriere fisiche e mentali.