A maggio 2019 si è concluso il percorso del progetto Nove +, durato tre anni e finanziato nella prima edizione del bando Welfare in Azione di Fondazione Cariplo.
Un progetto nato per aiutare le famiglie che abitano nella zona 9 di Milano, una zona ad alta diversificazione culturale, nella sfida educativa, sviluppando nuove opportunità sia per contrastare l’abbandono scolastico, sia per favorire l’occupazione giovanile.
La sfida del progetto è stata quella di ridisegnare il significato di educazione promuovendo una comunità auto educante sul territorio che coinvolgesse tutti, il mondo delle scuole, i cittadini, gli artigiani, le piccole imprese e le aziende
Nessuno deve restare indietro
Nei tre anni di attività, sono state fatte tante cose, ponendo sempre al centro i giovani, la scuola e le famiglie.
“Il progetto ha ritenuto importante ragionare sul gap formativo, sociale e tecnologico, per fornire a tutti gli strumenti necessari. Con l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro.
Le azioni di progetto
Nel progettare le azioni si è partiti da alcuni dati significativi come la forte presenza di stranieri, l’abbandono scolastico, il crescente fenomeno dei NEET.
Il progetto ha sperimentato una serie di interventi che si proponevano di: mettere in rete le opportunità educative e socializzanti presenti nei quartieri; sostenere le famiglie straniere nel percorso di integrazione e rafforzamento delle loro competenze di autonomia; sostenere la funzione genitoriale; potenziare la dotazione di nuove tecnologie nel contesto scolastico; introdurre elementi di innovazione didattica e pedagogica nelle scuole; contrastare la dispersione scolastica e promuovere il successo formativo; inserire i giovani mondo del lavoro.
Famiglia e comunità
Questa azione nasce per mettere in rete le opportunità educative e socializzanti presenti nei quartieriattraverso la creazione di Spazi di Comunità in grado di erogare servizi socioeducativi dI orientamento, supporto alla genitorialità e percorsi di empowerment per le famiglie straniere.
Sono sei gli Spazi di Comunità che sono nati nel triennio. Si trovano a Dergano, Affori, Comasina, Bicocca, Isola e in Piazza Caserta, alcuni si sono sviluppati nell’ambito di progetti già esistenti, altri si sono costituiti ex-novo. In questi luoghi i cittadini hanno trovato un aiuto concreto ai loro bisogni. Sono stati predisposti spazi di ascolto per adulti e giovani, spazi di aiuto compiti e di orientamento scolastico, mentre per i giovani che hanno interrotto la scuola, sono stati attivati percorsi di formazione professionale per inserirsi nel mondo lavoro
Abbiamo organizzato dei laboratori formativi per gli operatori che avrebbero gestito gli spazi di comunità. Perché anche se ogni quartiere ha le sue peculiarità, avevamo bisogno di un modello unico.
Da questo percorso formativo, restano 4 parole chiave che rappresentano le linee guida per gli Spazi di Comunità: “Antenna”: spazi di comunità come luoghi capaci di intercettare, accogliere, comprendere e rielaborare non solo dei bisogni, ma anche delle opportunità e delle risorse per saperle connettere e valorizzare. “Agora”: luoghi dell’incontro, dove l’accesso è libero e dove possono incontrarsi persone di fasce d’età diversa che man mano trovano unità nella direzione di porre al centro la questione educativa. “Bottega”: spazi dove si sperimentano e si attivano attività diverse che diventano nuove opportunità di incontro e di convivialità nei quartieri, dove i cittadini sono protagonisti e non utenti. “Incubatore”: i luoghi nei quali si rielaborano le esperienze, si analizzano i bisogni e si connettono le risorse per avviarsi verso nuove progettualità e iniziative.
Oggi gli Spazi di Comunità rappresentano luoghi vivi, aggregatori di persone, famiglie e volontari che promuovono sul territorio incontri su tematiche educative, di economia informale, coprogettati con i cittadini e realizzati in collaborazione con enti pubblici e privati. Gli Spazi di Comunità sono a disposizione dei gruppi formali e informali che operano nel territorio del Municipio 9. Si tratta per lo più di associazioni di genitori, associazioni di stranieri, realtà che si occupano di orientamento e formazione dei giovani, enti coinvolti anche in altri progetti con i quali Nove+ collabora in stretta sinergia, come per esempio QuBì, La Mia scuola è differente, Insieme è meglio.
Grazie agli Empowerment Point e ai corsi di L2 (italiano per stranieri) per adulti e bambini, diversi cittadini si sono attivati formandosi come insegnanti di lingua e sono sorte iniziative di insegnamento linguistico che ora proseguono a titolo volontario, soprattutto nei quartieri di Comasina e Bicocca.
Le comunità che vivono nei quartieri di periferia si sono rivelate in grado di fornire risposte alle problematiche che le attraversano. Grande è stata l’attivazione di famiglie straniere disposte a collaborare nelle diverse inziative e a supportarsi vicendevolmente.
Scuola e comunità
Questa azione ha come obiettivo il miglioramento delle capacità di risposta della scuola primaria e secondaria di primo grado ai bisogni di minori e famiglie, attraverso la sperimentazione di pratiche didattiche innovative e la formazione dei docenti.
Abbiamo creato a scuola un nuovo modo di lavorare fra pubblico e privato.
Con l’Assessorato all’Istruzione del Comune di Milano, Nove+ ha progettato dei corsi per gli insegnanti di tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado, sull’utilizzo delle nuove tecnologie, sulla didattica inclusiva, e di coprogettazione di laboratori esperienziali per bambini e adolescenti. Sono 310 gli insegnanti che nel triennio hanno seguito un percorso di formazione.
Abbiamo deciso di formare gli insegnanti per prepararli a fronteggiare, anche in modo creativo, situazioni problematiche come quello della dispersione scolastica e del degrado di alcuni edifici.
Alcune scuole (Locatelli-Quasimodo, Cantù, Pertini, Sorelle Agazzi) hanno introdotto modelli di didattica innovativa, specialmente con l’uso di nuove tecnologie e della robotica. Mentre da un laboratorio di coprogettazione è nata La Bottega dello Speziale presso la Sezione Didattica di Villa Lonati, un percorso sensoriale per le scuole per scoprire la Milano multietnica di un tempo, e che nel triennio ha coinvolto 1.623 persone.
Il progetto si è soffermato molto sul tema della pedagogia interculturale, che ha consentito di mettere in luce l’importanza di non “subire l’immigrazione”, quanto di trasformarla in un’opportunità per il territorio, costruendo una buona convivenza già nel contesto scolastico, luogo nel quale valorizzare le differenze, riconoscere una pluralità di modi di pensare e individuare beni comuni su cui lavorare insieme.
Rispetto alle metodologie di lavoro, il progetto ha consentito ad insegnanti, educatori e genitori di tradurre in concreto il concetto di “scuola aperta”. Nel corso del triennio è stato infatti avviato il complesso percorso di mediazione tra le esigenze e i compiti istituzionali delle scuole, il punto di vista e l’apporto che possono dare le famiglie, le risorse sociali e culturali presenti nelle comunità di quartiere.
Siamo stati i pionieri delle Scuole Aperte.
Anche l’ente pubblico ha giovato di questo percorso, nella convinzione che sia fondamentale collaborare con i genitori e i volontari aziendali per migliorare la qualità degli ambienti e di conseguenza il benessere nelle scuole. Elemento tangibile di questo apprendimento è la volontà del Comune di Milano di rilanciare il programma Scuole Aperte, come contenitore dove coinvolgere attivamente genitori, associazioni locali e imprese per la riqualificazione a tutti livelli delle scuole di Milano. E più volte i referenti dell’assessorato all’Educazione hanno attribuito questo risultato al lavoro svolto grazie a Nove+.
Giovani e comunità
Questa azione coinvolge i giovani e le attività produttive e commerciali del territorio attraverso la sperimentazione di percorsi di Scuola bottega dedicati agli studenti a rischio di abbandono e l’avvio di interventi a carattere orientativo e di supporto all’occupabilità dei giovani.
Le attività messe in campo sono state: il potenziamento del progetto “Scuola Bottega”, con l’introduzione della sperimentazione di “Scuola Bottega Lab”, dove all’insegnamento teorico proposto a scuola è stato affiancato un insegnamento con taglio pratico, più efficace con giovani che hanno difficoltà scolastiche; i Laboratori di Employability, percorsi di tre mesi che hanno aiutato i NEET a far emergere i loro talenti, e che a volte si sono concretizzati con l’inserimento lavorativo, altre volte con il reinserimento scolastico.
Gli operatori degli enti partner, coinvolti nella realizzazione di Scuola Bottega Lab e negli interventi di Employability, hanno consolidato le proprie competenze nella conduzione di esperienze in grado di orientare adolescenti in difficoltà e rimotivare ragazzi NEET.
Da parte loro, le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato alle diverse edizioni di Employabilty hanno incrementato la consapevolezza circa le proprie capacità e competenze, aspirazioni, punti di forza e di debolezza. In gran parte dei casi, l’apprendimento più significativo ha riguardato le competenze sociali.
A volte abbiamo rafforzato le competenze tecniche dei NEET ma nella maggior parte dei casi potenziamo le cosiddette soft skill come la fiducia in se stessi, l’etica del lavoro, la capacità comunicativa.
Un ruolo molto importante è stato quello attività produttive del territorio (artigiani, commercianti, aziende) che hanno deciso di aprirsi al volontariato aziendale mettendosi a disposizione di questi ragazzi. Alcune hanno ospitato i percorsi di tirocinio e hanno avuto la possibilità di sperimentare quanto possa essere utile il loro ruolo, soprattutto per smuovere alcune situazioni di stallo in cui i ragazzi si trovano bloccati. Altre, pur non rendendosi disponibili ad accogliere tirocinanti, hanno trovato altre modalità per rendersi utili, come visite aziendali, testimonianze, micro-corsi.
Innovazione
Per la prima volta, gli Spazi di Comunità sono riusciti a riunire scuole, enti del terzo settore e cittadini al fine di progettare insieme interventi di natura socioeducativa in risposta ai bisogni delle famiglie, riducendo la frammentarietà dei servizi esistenti sul territorio.
Per la prima volta, gruppi di cittadini, si sono organizzati negli Spazi di Comunità per gestire autonomamente attività aggregative e creative aperte ai cittadini.
Per la prima volta, è stata sperimentata una modalità di formazione congiunta tra docenti e educatori comunali o provenienti dalle Cooperative partner.
Per la prima volta, una sezione didattica comunale ha collaborato con il Terzo Settore per la creazione e stabilizzazione del nuovo percorso laboratoriale “La bottega dello Speziale”.
Per la prima volta, la collaborazione tra Comune di Milano e volontari (genitori e dipendenti di aziende del territorio) è divenuta continuativa e strutturale, a beneficio delle scuole, dei ragazzi e delle loro famiglie.
Per la prima volta, in alcuni contesti del Municipio, si è giunti alla stesura di protocolli operativi in merito alla presa in carico in modo condiviso di situazioni di disagio, tra scuola ed extrascuola.
Per la prima volta, il tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie all’interno delle classi è stato affrontato seriamente, con occasioni formative e progettualità concrete che hanno trovato occasioni di finanziamento.
Per la prima volta, un gruppo di aziende importanti si è messo stabilmente a disposizione per offrire ai giovani opportunità formative a titolo gratuito e di conoscenza dei contesti di lavoro.
Cosa resta sul territorio
Gli Spazi di Comunità proseguono con le loro attività e quasi tutti stanno collaborando con le reti cittadine del progetto QuBì. Gli spazi si reggeranno sul cofinanziamento delle organizzazioni del terzo settore coinvolte e su nuove progettualità promosse dai partner. L’ampliamento dei soggetti della rete coinvolti negli Spazi di Comunità ha permesso di recuperare le risorse necessarie per gestire tutte le attività.
Proseguono i corsi di L2 e le attività di Empowerment, in parte sostenuti dal progetto Qubi Dergano e in parte da altri progetti. Alcune persone madrelingua, che hanno seguito corsi di formazione interni, continuano a collaborare come operatori multiculturali e punti di riferimento.
Anche la Scuola Bottega e il suo spin-off Scuola Bottega Lab proseguiranno la propria attività grazie ai sostegni economici ricavati da finanziatori privati e da fondazioni, alle attività di fund raising effettuate in corso di progetto e alla partecipazione a bandi. Inoltre, è da segnalare come nell’ultimo anno di progetto, accanto alla Scuola Bottega di Bruzzano sia sorta una nuova esperienza di “scuola di seconda opportunità” nel contesto di Niguarda (denominata “L’Altra Scuola”), che è stata attivata per far fronte al numero elevato di minori segnalati dalle scuole.
Anche i percorsi di employability proseguiranno grazie a risorse di Mission Bambini, reperite da finanziatori esterni che hanno inteso sostenere il modello.
Resta il protocollo d’intesa “Che classe la mia scuola”, sottoscritto tra il Comune di Milano e Mission Bambini per la riqualificazione degli spazi scolastici grazie all’intervento del mondo aziendale; Il nuovo nome dell’azione è “AllenaMenti per il futuro” e i percorsi sono stati attivati alla fine di ottobre, con modalità analoghe a quelle sperimentate con Nove+ ma con una razionalizzazione degli operatori coinvolti e, quindi, dei costi.
Nove+, progetti per il futuro
Nel triennio Nove + è stato in grado di produrre un grande cambiamento soprattutto nel modo di collaborare con le scuole. Il progetto è stato un vero laboratorio per nuova modalità di coprogettazione, utile anche per il Comune di Milano per contrastare il processo di segregazione scolastica.
Adesso il progetto punta, non solo alla stabilizzazione della Scuola Bottega Lab e degli interventi di Employability nel Municipio 9, ma ha la volontà di portare l’esperienza pioneristica di Nove + anche in altre zone di Milano.
E in questo momento di emergenza Covid 19, Nove + è impegnato in un’altra grande sfida: dotare le famiglie maggiormente in difficoltà di pc portatili, tablet e altra strumentazione elettronica per lo svolgimento a distanza delle attività didattiche. Pensando già al sostegno psicologico da attivare nella fase di rientro a scuola e alla normalità.
Perché ora, più che mai, nessun bambino deve restare indietro.