A giugno 2019 si è concluso il percorso del progetto Brescia Città del Noi, durato tre anni e finanziato nella seconda edizione del bando Welfare in Azione di Fondazione Cariplo.
Un progetto che ha saputo costruire un welfare innovativo di comunità mettendo in connessione le azioni del Comune con quelle del Terzo settore, di altre istituzioni e realtà locali e dei cittadini.
Più che un progetto, Brescia Città del Noi è stato un programma di riforma del welfare cittadino: un catalogo di interventi nei diversi settori, dalla prima infanzia alla quarta età, e che ora sono ben radicati sul territorio.
Con Brescia Città del Noi vincono tutti
Il progetto ha agito sulle 5 zone e i 33 quartieri della città. Ciascun quartiere con caratteristiche proprie e differenti dal punto di vista demografico e per la presenza di servizi di welfare.
Brescia città del noi si è impegnato nella costruzione di una “Comunità di welfare”: ha aggregato risorse umane ed economiche provenienti da vari mondi cittadini (terzo settore, abitanti, associazioni di professionisti, pubblica amministrazione) e istituzionali (Anci, Regione, Fondazioni locali) e ha cercato sempre di costruire conoscenza grazie a momenti formativi e collettivi.
Strategica è stata anche l’alleanza con le università che ha permesso l’utilizzo dei dati di ricerca per fondare gli interventi ma anche la co-progettazine con tutti gli attori interessati, il monitoraggio costante delle sperimentazioni, la ricerca continua di piccole soluzioni comunitarie a fronte dei problemi nei quartieri e i momenti pubblici di restituzione e di condivisione.
Brescia Città del Noi ci ha aiutato a riflettere sul rapporto pubblico privato: se si condividono fin dall’inizio obiettivi e strategie e si co-progettano le risposte, non si può più tornare indietro.
Tutte le azioni del progetto sono state costruite in una logica win win, in cui ogni attore si è impegnato nel dare, ma è stato anche consapevole di avere ricevuto e del valore di quello che ha creato.
Le azioni di progetto
Le parole chiave sono state: flessibilità, sostenibilità e innovazione.
LA FORZA DELLA COMUNITÀ
L’azione La forza della comunità è stata il cuore del progetto attorno alla quale si sono create tutte le connessioni con le altre azioni.
E il cuore di questa azione sono stati i Punti di Comunità, spazi di socialità e di prossimità, progettati e gestiti in collaborazione con le realtà del quartiere e il coinvolgimento degli abitanti.
I Punti comunità sono stati dei veri e propri snodi di energie che hanno sprigionato le potenzialità già presenti sul territorio in collaborazione con i servizi sociali comunali. I Punti Comunità sono riusciti a costruire soluzioni comuni a bisogni diffusi. Hanno anche contribuito al rafforzamento e all’arricchimento delle competenze degli operatori sociali, alla creazione di una nuova mappatura aggiornata degli attori del welfare nelle diverse aree della città, una Carta dei servizi e il collegamento in rete dei PC per facilitare la comunicazione.
Sebbene i Punti Comunità inizialmente si potevano configurare come “hub informativi” e “sportelli”, con il tempo si sono rivelati veri e propri “attivatori di comunità” per iniziative ed attività che hanno mirano a far crescere e migliorare la qualità della vita dei cittadini del proprio territorio.
Sono 74 le iniziative e i progetti promossi dai Punti Comunità solo nell’ultimo anno (2018/2019) e sono 19 i Punti Comunità che sono stati aperti. Ma questo numero è nel frattempo cresciuto.
PRIMA INFANZIA
L’azione Prima Infanzia nasceva per rispondere alla necessità di innovare le modalità di risposta della pubblica amministrazione e del terzo settore per la fascia 0-3 anni. L’azione ha sostenuto l’aumento dell’offerta dei “Tempi per le famiglie” (comunali e convenzionati), luoghi di incontro, di gioco e di confronto per bambini piccoli accompagnati da un adulto (mamma o papà, nonni, zii, baby sitter…), favorendo la condivisione degli obiettivi educativi con le famiglie e rafforzando le sinergie con le altre realtà del quartiere. I 12 Tempi per le famiglie (8 comunali, 4 convenzionati) supportati dal progetto durante il triennio, hanno registrato 346 iscrizioni, di cui 167 nei Tempi per le famiglie comunali, 179 in quelli convenzionati.
Un’altra iniziativa che ha permesso di coinvolgere una rete molto ampia di attori è stata la Bimborsina, un vero e proprio kit di benvenuto per i nuovi nati contenente prodotti per i primi anni di vita e tutte le informazioni utili per accedere ai servizi d’infanzia della città, realizzata grazie alla stretta collaborazione tra operatori sociali, associazioni, cittadini, istituzioni cittadine, farmacie e aziende, enti culturali e artistici della città.
VIVI IL QUARTIERE
L’azione Vivi il quartiere ha promosso in città nuovi servizi innovativi in grado di riconoscere il protagonismo dei ragazzi e dei giovani, ha sviluppato una nuova capacità di risposta nei soggetti del terzo settore e ha favorito l’attenzione degli adulti sul benessere delle nuove generazioni di cittadini ovvero i giovani nella fascia 14-29 anni, tra i quali i NEET.
Vivi il quartiere è stato un luogo di attività educative, di accoglienza e di socializzazione per crescere confrontandosi alla pari. Aperto ai bambini e i ragazzi, in orario post scolastico, offre la possibilità di svolgere compiti, attività di studio, di gioco e di partecipare a vari laboratori tematici (artistici, sportivi, musicali, teatrali, cucina, espressivi) con il supporto di adulti competenti.
Sono 23 i quartieri di Brescia interessati da iniziative Vivi il quartiere su 30 Consigli di Quartiere;
39 sono le sedi dei Vivi il quartiere attive sul territorio, 1.312 bimbi/ragazzi fruitori delle iniziative,
70 gli educatori che hanno portato le loro competenze.
LE 100 LEVE
L’esperienza 100 Leve era già presente nella pratica del Comune di Brescia, in quanto iniziativa regionale e provinciale. Il progetto ha inteso rinnovare e consolidare l’impatto dell’esperienza dei tirocini nelle organizzazioni del Terzo settore, la metodologia di supporto ai candidati e sui tutor delle organizzazioni.
L’azione 100 leve, rivolta a persone fuori dal mondo del lavoro, soprattutto giovani, prevede l’offerta di tirocini da parte della pubblica amministrazione e del mondo del terzo settore cittadino, per offrire servizi alla città e opportunità di protagonismo ai partecipanti nella costruzione del welfare di comunità.
100 leve è partito in via sperimentale nel 2014, aperto inizialmente solo ai giovani under 30, e successivamente si è esteso anche a fasce di età superiore, diventando a tutti gli effetti una misura non solo educativa e formativa, ma anche di attivazione in ambito lavorativo. Negli anni, accanto alla crescita di richieste, sono aumentate anche le realtà del terzo settore che hanno offerto delle posizioni di tirocinio. Fra loro cooperative sociali che si occupano di educazione, arte, bambini in difficoltà, persone senza fissa dimora, migranti persone con disabilità, ma anche circoli di pensionati, associazioni sportive e culturali. I tirocinanti sono stati inseriti in tre diversi settori, sociale, culturale ed educativo, e sono stati accompagnati da azioni di assessment e tutoraggio dell’esperienza. Come Francesco Lai, 22 anni, laureando in filosofia e volontario con gli anziani che ha deciso di fare richiesta nel settore cultura, per provare a sperimentarsi su diversi ambiti. O Debora 50enne impiegata per diversi anni nel settore amministrativo di un’azienda privata, disoccupata da tre, che dopo avere fatto richiesta per il settore amministrativo ha fatto un tirocinio presso l’assessorato alle politiche giovanili e allo sport del Comune di Brescia. Negli anni si è riscontrato che in media il 40% delle persone, dopo questa esperienza di “leva” trovano un impiego: alcune vengono assunte dopo il tirocinio, altre si attivano per trovare un altro lavoro.
CONTRASTO ALLA POVERTÀ, IMPEGNO SOCIALE E PROMOZIONE AL LAVORO
Questa azione ha affrontato problematiche sociali importanti sulle quali la città di Brescia era già impegnata. L’obiettivo era quello di favorire la collaborazione tra i soggetti che si occupano della grave emarginazione facilitando lo scambio di informazioni e buone prassi, innovare le modalità di risposta favorendo il riconoscimento della dignità della persona quale protagonista del proprio cambiamento, intercettare persone adulte con abilità lavorative che hanno perso il lavoro e che vivono conseguenti situazioni di difficoltà.
L’obiettivo non è stato di semplice realizzazione, ma l’esito dell’azione ha comunque prodotto importanti cambiamenti per la città rivolti al superamento della mera elargizione di cibo per favorire l’impegno sociale e civico delle persone. Sono state attivate nuove politiche di rete cittadina per l’inserimento lavorativo di persone con disagio e emarginazione; sono state ampliate le attività a rilevanza sociale in connessione con i Punti Comunità, i Consigli di quartiere, le cooperative sociali, le associazioni di volontariato e le organizzazioni di promozione sociale; sono stati 45 gli inserimenti lavorativi; è stato erogato un voucher elettronico per l’acquisto di alimenti e farmaci; è stato rafforzato un lavoro di rete per il piano emergenza freddo.
SERVIZI INNOVATIVI PER ANZIANI E DISABILI
Porre attenzione e risposte per gli over 65, in particolare per i più fragili, implementare nuovi servizi alloggiativi rivolti a persone con disabilità per favorire occasioni di vita indipendente, grazie anche al coinvolgimento della comunità locale, sono stati gli obiettivi di questa azione.
Agli anziani sono stati offerti “servizi diffusi”, più personalizzati e interconnessi. L’organizzazione è stata strutturata per zone, ogni zona ha avuto un ufficio di riferimento.
Il confronto permanente con il Consiglio di indirizzo del welfare ed il Consiglio di progetto ha invece rafforzato la logica di governance territoriale per le politiche di welfare alla disabilità.
Alle organizzazioni che hanno attivato tirocini di inclusione a favore di persone disabili è stato dedicato un marchio fidelity come riconoscimento della loro “competenza sociale”.
Il marchio fidelity è un bollino che è stato assegnato alle organizzazioni e alle attivitàcommerciali che, nell’ambito dell’azione 100 Leve, hanno attivato tirocini di inclusione.
Innovazione
Innovativa è stata la filosofia del progetto che ha dato pari dignità al pubblico e al privato, in un’ottica di riconoscimento reciproco.
Per la prima volta sono stati coinvolti nuovi attori e proposti nuovi strumenti all’interno di una regia territoriale condivisa e co-programmata: i servizi sociali nelle 5 zone della città operativi ed integrati; il confronto continuativo ed operativo con i nuovi Consigli di quartiere; il Consiglio di Indirizzo per il welfare; i Punti Comunità; il Sindaco della città per la Carta del Noi che ha testimoniato l’impegno assunto dall’amministrazione comunale; i Tavoli tematici coordinati dal Comune sulle azioni di progetto; l’Ordine degli Psicologi di Brescia per il gruppo Psicologi per il welfare di comunità; enti, aziende, cooperative sociali, donatori per la realizzazione e diffusione di Bimborsina per i nuovi nati; la vasta rete associativa cittadina, enti, aziende sociali per il Bilancio sociale partecipato.
L’innovazione prodotta è stata soprattutto di policy, ovvero la realizzazione di un nuovo sistema di offerta capace di integrare nel welfare cittadino quella produzione di servizi di aiuto e scambi solidali di cui la città si era già dimostrata capace.
Ma l’innovazione è stata anche di metodo, ovvero di apertura della Pubblica Amministrazione alla collaborazione con tutti i soggetti capaci di intervenire nel territorio per perseguire gli obiettivi del programma.
Cosa resta sul territorio
Restano i Punti Comunità e la loro messa in rete, continua la collaborazione con le Università, prosegue il progetto 100 Leve e il marchio Fidelity per le organizzazioni del terzo settore.
Restano attivi i servizi Vivi il quartiere, i servizi accreditati per gli anziani, i servizi diffusi per la grave marginalità.
Resta il Consiglio di Indirizzo con nuovi componenti. È stato infatti arricchito, e oggi include anche farmacisti, assistenti sociali, psicologi ed educatori professionali.
Sono inoltre stati stabilizzati i tavoli di lavoro tematici.
Oggi Brescia ha servizi e progetti che non esistevano, ha moltiplicato le risorse di aiuto, ha un intervento sul territorio molto più capillare che prosegue in questa direzione, ha raggiunto persone che non entravano in contatto coi servizi, ha costruito nuove competenze negli operatori e nei volontari, vede lavorare accanto servizi pubblici, terzo settore, associazioni, raccoglie nelle sue innovazioni un forte gradimento dalla popolazione.
L’attivazione comunitaria è oramai avviata: sono nati tanti piccoli progetti portati dai cittadini nei Punti di Comunità, i Tempi per le Famiglie accolgono proposte dai genitori, il volontariato anima le iniziative di Vivi il quartiere, laureati e laureandi di psicologia stanno collaborando al progetto, il lavoro di comunità e nel territorio è entrato oggi a fare parte delle attività degli operatori sociali e dei responsabili dei servizi sociali.
Brescia città del noi, progetti per il futuro
Tutti i servizi del progetto Brescia Città del noi oggi sono stabilizzati e accreditati come servizi di qualità dal Comune. Ci sono avvisi sempre aperti, in modo che tutti possano proporre idee e portare un contributo.
E anche durante il difficile periodo di emergenza Covid-19 quanto creato intorno e attraverso Brescia città del noi è stata una risorsa fondamentale per l’amministrazione comunale, che ha potuto arricchire la propria risposta grazie alla naturale attivazione dei soggetti del terzo settore e dei volontari.
I Punti di Comunità sono diventati i centri territoriali dove si smistano le richieste di aiuto, soprattutto per offrire alle persone sole piccoli aiuti concreti di supporto alla quotidianità; l’ordine degli psicologi si è subito messo a disposizione ed è stato creato un numero di supporto al quale rispondono 60 psicologi volontari.
La forza della comunità ha dato risposte inaspettate anche in emergenza. Ecco cosa vuol dire che non si torna indietro.