«Gli adulti e rappresentanti del mondo politico hanno compreso che ai giovani non mancano le idee, mancano spazi per realizzarli e adulti disponibili a sostenerli, senza pregiudizi e prevaricazioni. Ricevere fiducia è il migliore stimolo per una partecipazione attiva da parte dei giovani». Cinque anni dopo l’avvio del progetto #YOUthLAB, sostenuto dalla terza edizione del Bando Welfare di Comunità di Fondazione Cariplo, nel territorio erbese sono cambiate molte cose:
Per la prima volta i giovani hanno avuto il coraggio di lasciarsi coinvolgere e diventare protagonisti, ragazzi provenienti da Comuni diversi del territorio erbese si sono ritrovati per lavorare insieme ad un progetto condiviso e si sono interfacciati con i politici locali per la realizzazione di iniziative territoriali, superando preconcetti e pregiudizi reciproci. I cittadini e le realtà erbesi hanno diretto il loro sguardo sui giovani non appartenenti a fragilità conclamate e il tema delle politiche giovanili è stato dibattuto dalla comunità in assemblee pubbliche
#YOUthLAB nasce nel 2016 con l’obiettivo di mettere al centro i giovani colmando il vuoto lasciato da politiche che negli ultimi dieci anni in questo territorio, così come in molte altre parti dell’Italia, hanno trascurato la fascia d’età che comprende i ragazzi tra i 14 e i 29 anni. Sviluppato dal Consorzio Concerto, dal Consorzio erbese servizi alla persona (che raccoglie 26 Comuni della zona), dal Comune di Erba e dall’ente religioso P.I.C.F.I.C.-Villa Padre Monti, in 5 anni ha coinvolto in modo attivo circa 3150 cittadini. 146 giovani, 13 politici, 5 insegnanti, 31 rappresentanti di associazioni, 4 assistenti sociali e 2 imprenditori partecipano attivamente al progetto. Quattro luoghi sono stati attivati o trasformati: la Labrugoteca (spazio dedicato ai giovani nel Comune di Labrugo, la Bibliobreak (Spazio di aggregazione e socializzazione all’interno dell’Istituto scolastico Romagnosi), la Sala Civica Alserio (spazio dedicato ai giovani nel Comune di Alserio) e soprattutto la Stazione di Erba che da spazio in decadenza è diventato un luogo di incontro e centro propulsore di attività gestite dai giovani del territorio, dopo che Ferrovienord ha concesso gli spazi della Stazione in comodato d’uso gratuito per le finalità progettuali. È nata un’associazione giovanile (“Lo snodo”), è stata stesa la YouthCarta, una sorta di “manifesto” delle politiche giovanili elaborato dai ragazzi, è stato lanciato il Fondo #YouthLab Erba, gestito dalla Fondazione provinciale per la comunità comasca e destinato alla raccolta di risorse finalizzate alle politiche giovanili erbesi. Ed è stato costituito in maniera permanente un tavolo di lavoro delle politiche giovanili partecipato dai rappresentanti degli enti pubblici, dal terzo settore, dai privati, ma soprattutto dai giovani stessi. E per la prima volta un’impresa locale (BCC) si è seduta al tavolo con le istituzioni per costruire insieme un progetto sociale mettendoci riflessioni, idee e tempo oltre alle risorse economiche.
Lucia Villani, che è stata la responsabile di #YOUthLAB, ci racconta le sue tappe.
Prima dell’inizio del progetto, quali erano i problemi principali del territorio ai quali volevate dare una risposta? L’idea fondamentale era che, di fatto, non esistevano politiche giovanili all’interno dei 26 comuni del territorio erbese: solo pochi avevano stanziato a bilancio fondi specifici per i giovani ma solo per l’apertura settimanale dello sportello Informagiovani. Poi esisteva qualche risorsa rivolta ai minori, ma non alle politiche giovanili in generale e non esisteva un dialogo aperto con i ragazzi nei programmi politici. Il nostro intervento si è concentrato sulla creazione di politiche giovanili. Da sviluppare in luoghi concreti, ma anche in un pensiero rivolto alle necessità e ai desiderata dei giovani stessi. Quindi l’obiettivo generale era proprio quello di far tornare il territorio a pensare ai giovani, lavorando secondo la metodologia dello sviluppo di comunità, un ripensamento non calato dall’alto, ma che li coinvolgesse come protagonisti e che attivasse la comunità. Il nostro slogan, che racchiude tutto il senso del progetto, era “Accompagnare il territorio erbese a dare voce e forma alle idee dei giovani”.
E ora, 5 anni dopo, che cosa è cambiato grazie agli interventi? In primis la consapevolezza dei giovani: hanno capito che possono collaborare con mondo adulto e sperimentarsi in un clima di fiducia che prima mancava, un percorso che è stato di forte empowerment e di sviluppo di nuove competenze. Adesso esistono dei luoghi in cui questa sperimentazione può avvenire, in primis la Stazione di Erba ristrutturata. È cambiata la governance a livello distrettuale perché si è costituito un tavolo delle politiche giovanili e si è passati da una competenza comunale alla condivisione nel distretto su tutti i 26 comuni, un tavolo condiviso e innovativo perché adotta le logiche di welfare societario. I destinatari delle politiche sono coinvolti nel tavolo, insieme ad assistenti sociali, terzo settore e imprese locali.La logica “politica” non passa più solo dalla politica. E nel tempo questa cosa si è concretizzata anche nel fatto che diversi giovani del progetto si sono candidati nelle elezioni amministrative.
Tra tutte le innovazioni introdotte grazie al progetto, qual è stata la più significativa? Realizzare il Tavolo Consortile delle politiche giovanili è stato il traguardo più grande, perché è un luogo di pensiero e di azione organizzato in una logica che non era mai stata adottata prima. Al tavolo siedono il Presidente del Consorzio Erbese; 3 politici nominati dall’Assemblea consortile; 2 assistenti sociali nominati dal Coordinamento consortile; 3 Rappresentanti del mondo giovanile; 2 rappresentanti nominati dal Tavolo inter-associativo della provincia di Como o altro tavolo espressione delle associazioni di categoria territoriali interessate, in cui siano rappresentati sia gli enti del terzo settore che le imprese.
Che cosa è accaduto che non era stato previsto? Che cosa, per contro, non è accaduto e il progetto non è riuscito a realizzare? Al di là della ristrutturazione della stazione e della sua nuova destinazione, un po’ tutto non era previsto. Nel senso che avevamo una previsione molto precisa del come avremmo lavorato ma non del cosa avremmo realizzato, anche perché l’obiettivo era di dar voce alle esigenze dei giovani, e questo obiettivo è stato pienamente centrato. Il tema della disponibilità di risorse -pubbliche e private- è forse quello che presenta lo scostamento maggiore tra il risultato atteso e l’esito conseguito. Sia in relazione alle capacità di fundraising dimostrate nel triennio (che, con 69.964,91€ di fondi raccolti, sono lontane dall’obiettivo di 160.000€ inizialmente ipotizzato), sia in merito alle prospettive, ancora incerte, di futuro finanziamento del comparto delle politiche giovanili da parte del Consorzio. Se è vero, infatti, Il Consorzio Erbese ha preso in carico i costi di gestione della Stazione e che il Tavolo Consortile delle Politiche Giovanili è formalmente costituito ed è stato inserito all’interno del Piano di Zona, è anche vero che i Sindaci non sono pervenuti ad una decisione circa la compartecipazione ai costi e che ancora nessun impegno monetario è stato inserito nel regolamento di funzionamento del TCPG.
Il Covid ha inoltre reso più difficile la fase di gestione condivisa della Stazione di Erba. Prima di lasciarla in mano ai giovani, avevamo immaginato un primo anno di attività da avviare insieme, ma che l’arrivo della pandemia ha naturalmente rallentato e in alcuni momenti impedito.
Quali sono state le principali difficoltà? Fino all’inaugurazione della Stazione, abbiamo percepito talvolta un po’ di scetticismo da parte della comunità, perché il nostro lavoro non aveva ancora una “forma” precisa e valutabile e le lungaggini che hanno accompagnato i lavori di ristrutturazione non hanno aiutato. Poi abbiamo fatto talvolta fatica a far capire agli enti pubblici il nostro approccio: le amministrazioni agiscono in un’altra logica, mentre la nostra metodologia del mettersi in ascolto dei giovani e far emergere da loro le necessità richiede tempi diversi da quelli usuali, si tratta di un cambiamento lento anche se profondo. Anche i giovani, ma solo inizialmente, perché poi si sono dimostrati molto maturi, hanno dovuto cambiare il loro approccio: all’inizio faticavano quando si scontravano con i vincoli burocratici e da questo punto di vista il progetto è stato anche un bagno di realtà: alcune cose non succedono non perché qualcuno “ce l’ha con loro” ma perché le amministrazioni hanno tempi e regole.
C’è una storia che più di ogni altra racconta la trasformazione che il progetto ha generato? Questi cinque anni in alcuni ragazzi e ragazze sono stati davvero un’esperienza che ha lasciato un segno importante nel loro percorso di crescita e questo ce lo hanno restituito in più occasioni. A parole, ma anche nei fatti: in tutto quello che sono riusciti a organizzare nella stazione, tutti gli eventi - adesso per esempio stanno organizzando la presentazione delle tesi di laurea, momenti in cui giovani laureati espongono l’argomento della loro tesi. Fin dalla fase progettuale la Stazione è stato un laboratorio di progettazione partecipata: i giovani sono stati coinvolti per definirne funzioni e finalità nella fase progettuale, nella progettazione della ristrutturazione durante il secondo anno, e infine nel pianificare il modello di gestione, gestire la programmazione e gli spazi. Ma anche il giorno dell’inaugurazione, quello in cui hanno ricevuto le chiavi della stazione, è stato davvero significativo: i tempi erano strettissimi, dalla fine dei lavori all’inaugurazione avevano due ore a disposizione per allestirla e loro hanno fatto un lavoro incredibile, portando oggetti e piante da casa, sono riusciti a trasformarla rendendola accogliente e bellissima perché la sentivano fin dal principio un luogo che apparteneva a loro.
Che cosa resta sul territorio che prima non c’era? Tutti gli spazi attivi, come la stazione. L’associazione “Lo snodo”, l’organizzazione giovanile costituita nel giugno 2019 come esito di un percorso di sviluppo di comunità e progettazione partecipata, coinvolta attivamente nella gestione degli spazi della stazione. Assistenti sociali connessi con i giovani del loro territorio e formati rispetto alla metodologia dello sviluppo di comunità. Un gruppo di associazioni interessate ad accompagnare i giovani nello sviluppo delle loro progettualità, ma anche a svilupparne di congiunte, con l’idea che l’aiuto reciproco e lo scambio di esperienze sui rispettivi ambiti di intervento siano fondamentali per un mondo associativo che spesso fatica a rinnovarsi. Restano gruppi di lavoro attivi nei territori, formali (consulte) ed informali, costituiti sia da giovani che da adulti. L’opportunità della YouthBank di Fondazione provinciale della Comunità comasca, un bando annuale gestito da giovani a sostegno di progetti realizzati da giovani, che grazie a #YOUthLAB è stato esteso al territorio erbese e che viene riproposta annualmente con un plafond di 25.000,00 euro da investire in iniziative territoriali e gruppi di giovani che si attivano come YouthBanker e YouthPlanner affiancati da realtà locali. E non c’era il tavolo delle politiche giovanili.
Quali sono i progetti futuri a cui state pensando, innescati grazie anche all’esperienza e apprendimenti del progetto? È stata un’esperienza davvero arricchente per tutti coloro che sono stati parte del progetto in questi 5 anni, operatori, amministratori, assistenti sociali, referenti di organizzazioni del territorio e, soprattutto, i giovani. La speranza è che ciascuno faccia tesoro delle competenze acquisite, perché il lavoro di comunità è una modalità di approccio funzionale alla creazione di contesti partecipativi in qualsiasi ambito di vita e di lavoro.
Abbiamo fatto la stessa domanda a due giovani socie dell’Associazione Lo Snodo, che gestisce e anima la Stazione di Erba. Sono loro a raccontarci la sua storia e i progetti per il futuro.
Martina Villa è una delle fondatrici dell’associazione e attualmente coordina la comunicazione:
«Faccio parte dell’associazione da quando è stata formata, ma ero già presente all’interno di #YOUthLAB. Siamo 16 membri attivi e abbiamo 100 tesserati.
Sono sempre stata attiva nel mio paese Caslino d’Erba, nell’oratorio e in altre organizzazioni e, nel 2018, sono stata contattata dal Comune, insieme ad altri ragazzi e ragazze: ci hanno parlato di #YOUthLAB e proposto di partecipare a una riunione. Mi sono entusiasmata subito perché ricostruire il legame tra i giovani e il territorio era un’idea che mi piaceva moltissimo, anche perché nel nostro territorio era un po’ povero di iniziative e spazi per i ragazzi.
Poi avevo voglia di imparare a rapportarmi con le istituzioni, un mondo che non mi era vicinissimo.
Gli operatori di #YOUthLAB ci hanno aiutato a creare un gruppo affiatato e poi ci hanno introdotto al tavolo delle politiche giovanili che ci ha permesso di entrare in contatto diretto con le organizzazioni coinvolte e a confrontarci da subito su idee e proposte. Con il loro aiuto, abbiamo iniziato a organizzare eventi, poi col tempo siamo diventati sempre più indipendenti, abbiamo imparato a destreggiarci con burocrazia, bandi, gestione dei fondi e abbiamo fondato l’associazione. Il nostro “debutto” è stata l’inaugurazione della Stazione di Erba, un evento con street food, musica, e anche una “silent disco” (una versione “in musica” del cinema in cuffia. Dopo la mezzanotte si poteva ballare sintonizzandosi su varie playlist da ascoltare in cuffia). Ci siamo occupati noi dell’arredo della stazione e di tutto. Siamo ancora noi i principali abitanti della stazione, anche se ci sono altri gruppi che possono fruirne. Il Covid non ci ha aiutati ma, quando abbiamo potuto riaprire, abbiamo organizzato un’aula studio che è stata molto apprezzata. Un mese fa il tetto della stazione è stato danneggiato dal maltempo e siamo in attesa di poter rientrare, nel frattempo comunque stiamo organizzando i prossimi progetti. Una mostra fotografica, un altro evento in cui io, che studio beni culturali, insieme a un’altra socia, terremo delle piccole conferenze in cui parleremo di quadri e opere d’arte che contengono strumenti musicali o inerenti al tema della musica, accompagnate da musicisti che suoneranno. E poi un altro evento legato ai giochi da tavola, perché un ragazzo dell’associazione che studia graphic design ne ha inventato uno e abbiamo coinvolto anche un altro gruppo che frequenta la stazione e che si trova abitualmente per giocare ai giochi da tavolo. La cosa bella è che fino ad ora, quando siamo riusciti a organizzare eventi in presenza, il seguito di giovani non è mancato.
Puntiamo molto a coinvolgere altre persone, perché siamo una decina di soci ed è importante trovare nuove forze. Noi stiamo imparando a lavorare con le istituzioni, ma siamo sicuri che ci sono molti altri giovani che hanno idee spunti e capacità e che hanno solo bisogno di trovare un canale dove poterli esprimere. Vorremmo anche allargare le nostre azioni per raggiungere i paesi più lontani del nostro territorio. La Stazione di Erba è un posto che sentiamo veramente come nostro, l’abbiamo vista senza pavimento, senza luce e ora vederla arredata con le nostre cose e poterci anche solo riunire lì è una grandissima soddisfazione e #YOUthLAB fin da subito ci ha dato la fiducia di cui avevamo bisogno.
Francesca Regino è la presidente de Lo Snodo.
Ho iniziato come volontaria attiva e, da pochi mesi, sono stata eletta presidente. Il numero di volontari è variabile, i più attivi sono una decina più qualcun altro che riesce ad essere presente quando università e lavoro lo consentono, ma ognuno è sempre ben accetto e, per quello che decide di dare, l'associazione è in grado di restituire. I progetti in corso d'opera non sono molti quanto vorremmo, a causa del Covid, ma abbiamo provato a dedicarci a poche iniziative però pensate e strutturate con tanta cura. Uno dei progetti di cui siamo orgogliosi è "Raccontami una Tesi", una collana di serate in cui uno studente universitario ha la possibilità di esporre la propria tesi alla comunità, che può conoscere così argomenti poco comuni, fare domande ed essere coinvolta in modo attivo.
Ci è sembrata una doppia vincita, sia per il relatore che per il pubblico, perché abbiamo cercato di costruire un format che porta tutti allo stesso livello: non ci sono “insegnanti” ma persone che condividono con la comunità quello che sanno.
Un obiettivo che abbiamo ora è quello di portare “Raccontami una tesi” nelle scuole in un’ottica di orientamento. Un evento che abbiamo realizzato a cui sono particolarmente legata è "Natale dal Mondo", una serie di laboratori pomeridiani pre- natalizi dedicati ai bambini, in cui ci si preparava al Natale secondo gli usi e i costumi delle varie culture. Un altro evento che ricordiamo con gioia è lo YouthCamp, una "due giorni" in una baita a parlare di politiche giovanili. È stata proprio una vera immersione che ci ha fatto capire come funzionava il mondo nel loro territorio. Grazie a una tecnica chiamata "fishball" i ragazzi hanno avuto modo di esprimere opinioni insieme ad esperti del settore.
Per il futuro abbiamo tante idee. Il Comune di Erba, nonostante le difficoltà del momento che stiamo affrontando, ci sta aiutando nella ricerca di nuovi spazi per poter svolgere i nostri eventi in attesa che la nostra stazione diventi di nuovo agibile.
Noi ci mettiamo sempre molto impegno e siamo molto grati a tutte le persone, associazioni e organizzazioni che ci sostengono, tra cui il Consorzio Erbese e Comune di Erba. Non so se il cambiamento è già visibile agli occhi degli abitanti del nostro territorio: quello che vogliamo è portare i giovani, il nostro futuro, a creare una comunità attiva e consapevole. Insomma, qualcosa di cui ti rendi conto di aver bisogno solo quando non c'è!