Un mio dolce ricordo risale a un paio di settimane prima della sua morte, il mio ultimo compleanno con papà. Era il 3 settembre, avevo compiuto 4 anni e per l’evento mi aveva regalato la mia prima bicicletta. Io ero emozionatissima e non vedevo l’ora di usarla. Andammo nella portineria e la montò subito con rotelle annesse..Ero felice
Questo ricordo vive dipinto sul muro di un appartamento. Appartiene a Emanuela Carpita, una delle due figlie di Piero Carpita, ucciso nel 1990 mentre andava al lavoro durante uno scontro tra due clan dell’ ‘ndragheta. E l’appartamento, un bene confiscato alla mafia, da luglio è diventato un alloggio destinato al turismo consapevole ed etico, nell’ambito di Legami Leali, un progetto della IV edizione del programma Welfare in Azione di Fondazione Cariplo, attivo nei 22 comuni del Garda bresciano (un partenariato di 5 cooperative e con l’Azienda Speciale Consortile Garda Sociale come ente capofila).
In un territorio benestante e ricco di bellezza, ma dove sono in aumento i comportamenti di disprezzo delle regole, soprattutto tra i giovani, Legami Leali punta a dare una sostanza nuova al concetto di legalità, ripristinando la qualità delle relazioni tra le persone e costruendo esperienze condivise di cura della collettività.
Dopo la Casa della Legalità “Emanuele Riboli” di Manerba del Garda, inaugurata nel 2019 come polo formativo per i giovani e recentemente ripartita dopo i lockdown con un laboratorio su legalità e mafie aperto a tutti, a luglio è stato inaugurato come casa vacanze il bilocale di Maderno che, durante l’estate, si è popolato di famiglie e coppie in viaggio, consapevoli di non trovarsi in un luogo qualunque. Racconta Cristina De Rossi, esperta di turismo che ha seguito la sua riattivazione e lo gestisce
i turisti che abbiamo accolto sono arrivati tramite portali dedicati al turismo responsabile, ma anche tramite i siti più noti come Airbnb. Anche se molti di loro erano stranieri, in particolare tedeschi, si sono tutti mostrati subito interessati a capire di più sul luogo in cui si trovavano ed erano felici di poter contribuire, attraverso il loro soggiorno, alle attività di rigenerazione di beni confiscati sul territorio e di costruzione di nuove opportunità di formazione, empowerment ed educazione alla cittadinanza attiva per i giovani. Perché tutti i proventi dell’affitto verranno investiti in queste attività
Una libreria, nell’appartamento ospita i titoli sui temi delle mafie e dell’antimafia, della legalità, della partecipazione civica. E i muri sono decorati, oltre che con le frasi di Emanuela e Simona Carpita che ricordano il padre, anche che con una grafica che ripercorre la rete dei beni confiscati (la linea verde che congiunge i Comuni in cui si trovano i vari immobili). L’accoglienza dei turisti è affidata a una persona vulnerabile inserita nel progetto Legami Leali.
Jennifer Riboli è una volontaria del coordinamento di Libera Brescia, associazione che ha supportato il progetto Legami Leali nell’organizzazione di campi di volontariato con i giovani e nell’individuazione delle vittime di mafia a cui intitolare i beni confiscati
Abbiamo proposto di dedicarlo alla memoria di Pietro Carpita-e l’amministrazione comunale ha accolto la nostra proposta-perché è una vittima vicina nel tempo e nello spazio, è stato ucciso nel 1990 a Bresso e perché era un cittadino comune, solo un uomo che stava andando al lavoro e che è rimasto ucciso dalla violenza cieca della mafia
Durante la stagione invernale, l’immobile, concesso in comodato d’uso dal Comune a Legami Leali, diverrà una risorsa per la comunità locale, restando aperto alle esigenze manifestate dal territorio: potrà essere utilizzato come sede per attività con i giovani o, all’occorrenza, come alloggio per l’emergenza abitativa.
Con la sua nuova vita rappresenta uno dei primi esempi di riutilizzo di tipo turistico di un bene confiscato nel nord Italia, il primo nella provincia di Brescia. Ma quello di Toscolano Maderno è solo il primo: Legami leali, infatti ha assunto l’impegno a rigenerare e mettere in rete altri cinque immobili sottratti alle mafie a Desenzano del Garda, Padenghe sul Garda, Puegnago del Garda, Manerba del Garda. Alcuni saranno destinati al turismo, altri verranno utilizzati come spazi per attività con i ragazzi.
A prescindere dalla loro destinazione, tutti questi immobili saranno trasformati da spazi chiusi di espressione di potere mafioso a luoghi di comunità, aperti ai cittadini e portatori di valore per il territorio.