Segni Positivi aiuta persone che si ritrovano improvvisamente senza lavoro, persone insomma, come potrei essere io se domani mi trovassi senza occupazione.
Piccoli gioielli di positività. Sono le azioni lanciate da +++ Segni Positivi, il progetto nato a Sondrio che punta a raggiungere le persone rese vulnerabili da una temporanea situazione di difficoltà economica, quelle per cui, come spiega il project manager Massimo Bevilacqua, chiedere un aiuto è più difficile. “Si tratta di persone che si ritrovano improvvisamente senza lavoro, ma che sono ben inserite nel contesto sociale e che proprio per questo temono di essere stigmatizzate. Persone insomma, come potrei essere io se domani mi trovassi senza occupazione.” Racconta Bevilacqua. E’ per loro che sono state pensate le tre azioni di Segni Positivi: un percorso di reinserimento lavorativo in attività di recupero del territorio, un emporio alimentare e un progetto diffuso, per comunicare a tutta la comunità che una rinascita dopo un periodo difficile, è possibile.
Solitamente sono uomini e donne con un forte senso di dignità, che non hanno mai chiesto aiuto esterno. Chiedere una mano, per queste persone è spesso ancora più complesso
“Le persone a rischio povertà sono in media tra il 20% e il 30%, si tratta di circa 10mila persone, spesso famiglie monoreddito, che, nel nostro territorio, così frazionato fanno fatica ad essere raggiunte in modo efficace.”
Segni Positivi ribalta le cose, trasformando chi si trova in difficoltà nella risorsa più preziosa, proprio per quel territorio.
“Abbiamo deciso di legare l’inserimento lavorativo al recupero e alla valorizzazione della nostra terra, impiegando le persone che sono rimaste disoccupate nella cura dei sentieri di montagna, nella coltivazione agricola e nella gestione beni territoriali comuni.” Continua Bevilacqua.
Sono cresciuta a Milano e Segni Positivi mi ha fatto riscoprire il valore delle relazioni che si possono trovare nelle piccole comunità
Il valore di Segni Positivi è anche questo: rendere più vicine le persone. “Si tratta di recuperare l’importanza delle relazioni tra le persone che vivono nello stesso posto.” Racconta Elena Enrica Giunta, responsabile comunicazione del Progetto. “Una volta il “vulnerabile” non esisteva, perché veniva sempre raggiunto dalla propria rete sociale. La sfida qui è recuperare i rapporti di vicinanza antichi, attraverso le nuove tecnologie e i mezzi contemporanei.” La campagna di comunicazione del progetto sui social serve proprio a questo.
“Stiamo dipingendo una cornice nuova.” Afferma Massimo Bevilacqua. “Segni Positivi sostituisce un lessico positivo, alle parole negative che si usano spesso, quando si parla di sociale, la forza di questo progetto, dopotutto, è proprio questa: trasformare momenti di difficoltà in un’opportunità di crescita, per le persone e per l’intera comunità.”
La comunità ha risposto in modo sorprendente, c’è chi ha donato competenze e attrezzature, molti si sono proposti come volontari per l’emporio solidale che verrà attivato a Novembre. Si tratta di un progetto che tutti sentono vicino, perché, chiunque un giorno potrebbe avere bisogno, se rimanesse senza lavoro.