Welfare in azione: il welfare che nutre la comunità

Lo sviluppo di nuovi modelli di welfare locale a partire dalla comunità

Data di pubblicazione: 14 Dicembre Dic 2015 1636 14 dicembre 2015

Ribaltare il concetto di welfare, trasformandolo in uno strumento co-creato insieme ai cittadini, in grado di ottimizzare le ricchezze già presenti all’interno della comunità, combattere i tagli imposti dalla crisi economica e rendere le persone più responsabili della propria vita e di quella di chi vive vicino.

E’ questo il filo rosso che attraversa i nove progetti premiati dalla prima edizione di Welfare in Azione, il bando di Fondazione Cariplo che ha permesso la sperimentazione di 9 progetti innovativi, per lo sviluppo di nuovi modelli di welfare locale.

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L’obiettivo: mettere al centro la comunità e riconnettere le risorse del territorio per rispondere ai bisogni di persone e famiglie in una società in continuo cambiamento.

“Il punto di partenza è la convinzione che l’attuale sistema di welfare è ina-deguato a rispondere ai problemi sociali,” spiega Davide Invernizzi, direttore dell’area Servizi alla persona della Fonda-zione Cariplo, “perché l’approccio è prevalente-mente assistenzialista, le responsabilità sono fram-mentate così come le risorse e gli interventi, ci si affida troppo ai trasferimenti di denaro erogati dalle amministrazioni centrali senza particolari co trolli sulla loro equità e spesso i servizi sono disallineati rispetto a rischi e bisogni sociali”. E’ per questo che Fondazione Cariplo ha deciso di stanziare ogni anno per tre anni 10 milioni di euro per supportare la realizzazione di progetti territoriali per aiutare le amministrazioni locali a trasformare il proprio sistema di welfare, riconnettendo le risorse e le forze del territorio per rispondere meglio ai bisogni delle persone e delle famiglie.

"Rivedo in questa nuova iniziativa quel che è successo più di dieci anni fa nel settore dell’housing sociale. Avevamo intuito, anticipando i tempi, quella che sarebbe diventata l’esigenza di oggi: case per le famiglie normalia 500 euro al mese." Afferma Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo. "Studiammo e sperimentammo quello che è diventato un modello, poi imitato e perfino utile per le politiche abitative a livello nazionale, con il Piano Casa finalmente pronto a partire. Per risolvere il problema di un sistema di welfare che ormai non esiste più e mai più replicabile, la Fondazione è arrivata a lanciare un’idea visionaria".

Una visione che, come ha spiegato il responsabile di Welfare di Tutti, il progetto vincitore del bando Cariplo per innovare l’assistenza ai cittadini a Milano, risponde però ad esigenze nuove ma molto concrete. “Ci troviamo di fronte ad una città che è cambiata moltissimo e ci siamo resi conto che i nostri servizi erano rimasti fermi a diversi decenni fa.

Non tengono conto della crescita dell’impiego femminile e della necessità di nuovi modelli a supporto della conciliazione tra lavoro e vita privata, ad esempio. Inoltre le reti famigliari su cui si poteva contare un tempo non sono più così solide ed estese.” Basti pensare che a Milano, più della metà dei residenti vive da sola.

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Ma il venir meno delle antiche reti sociali e famigliari non è un fenomeno legato solamente alla metropoli.

Tutti gli altri otto progetti premiati da Welfare in Azione e sviluppati su territori di provincia, hanno riscontrato la necessità di sviluppare una nuova offerta di servizi per far fronte alla solitudine crescente delle persone e delle famiglie, che dà un nuovo significato alla parola vulnerabilità, rendendo anche la cosiddetta classe media più fragile, davanti ad eventi inaspettati: problemi di salute, necessità di prendersi cura di un famigliare o una temporanea crisi economica.

Sempre più forte emerge la necessità di offrire aiuto non più solo a quelle persone che rispondono alle caratteristiche canoniche di “soggetti in difficoltà”, come spiega Massimo Bevilacqua, project manager di +++ Segni Positivi, l’iniziativa nata a Sondrio per raggiungere le persone rese vulnerabili da una temporanea situazione di difficoltà economica.

Per queste persone chiedere aiuto è ancora più difficile, perchè sono ben inserite nel contesto sociale, hanno un forte senso di dignità, non hanno mai chiesto aiuto esterno e per questo, temono di essere stigmatizzate.

Massimo Bevilacqua, project manager di Segni Positivi

Proprio per facilitare la richiesta di aiuto da parte di queste persone, evitando la paura di essere stigmatizzati, nel Rhodense, il progetto Oltre i Perimetri ha trasformato gli uffici destinati alla richiesta di sostegno e alla ricerca di impiego, in veri e propri cafè, luoghi di socialità aperti a tutti all’interno dei quali vengono organizzati corsi di lingua e di cucina.

D’altra parte tutte le sperimentazioni dei progetti premiati da Welfare in Azione sono state disegnate per offrire un sostegno ai nuovi soggetti vulnerabili.
Dai percorsi di re-inserimento lavorativo sviluppati in collaborazione con le aziende del territorio, all’avvio di corsi di formazione per la gestione delle finanze famigliari, alla promozione di soluzioni di affitto a canone agevolato per permettere a tutti l’accesso all’abitazione, tutelando i proprietari immobiliari, fino a progetti di sostegno alla persona, come i corsi di auto e mutuo aiuto per sostenere i disoccupati e aiutarli a combattere il pericolo depressione e la creazione di nuovi spazi ed occasioni per favorire l’incontro, lo scambio e la nascita di nuove reti sociali. Al centro dunque sempre l’individuo visto come tassello fondamentale per la costruzione di una comunità.

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“Si tratta di recuperare l’importanza delle relazioni tra le persone che vivono nello stesso posto.” Spiega Elena Enrica Giunta, responsabile comunicazione di +++Segni Positivi. “Una volta il “vulnerabile” non esisteva, perché veniva sempre raggiunto dalla propria rete sociale.

La sfida qui è recuperare i rapporti di vicinanza antichi, attraverso le nuove tecnologie e i mezzi contemporanei.” E questo, in molti casi sembra essere il bisogno più sentito dai cittadini, come racconta Caterina Chiarelli, responsabile dell’Ufficio di Piano del Comune di Magenta, che ha lanciato il progetto Comunità Possibile: “

Le iniziative più richieste dalle famiglie sono quelle relative alla creazione di momenti di incontro e networking. Credo si possa interpretare come il desiderio delle famiglie di non trovarsi da sole. E’ il bisogno di riannodare i rapporti e sentirsi accolti all’interno della propria comunità.” Welfare in Azione intende offrire nuove risposte proprio a queste necessità.