Se la scuola diventa il cuore pulsante della comunità

A Magenta la scuola apre le porte ai genitori per farli sentire meno soli

Data di pubblicazione: 12 Settembre Set 2016 1819 12 settembre 2016
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Per crescere un bambino ci vuole un villaggio. Comunità Possibile, il progetto sviluppato nel territorio di Magenta, vincitore del bando Cariplo sul welfare di comunità, ha preso alla lettera l’antico proverbio africano. La scuola è stata infatti trasformata in un luogo di incontro non solo per i bambini, ma anche e soprattutto per i genitori. Dante Tunesi, responsabile del progetto ci ha raccontato perché è importante aprire le porte degli istituti oltre gli orari scolastici e rendere le mamme e i papà protagonisti di questa esperienza.

Perché la necessità di aprire le porte della scuola alla comunità? Abbiamo voluto trasformare la scuola in un luogo di incontro, non solo per i bambini, ma anche e soprattutto per i genitori.

Alla scuola elementare Santa Caterina di Magenta, la segreteria era stata spostata, lasciando alcuni spazi liberi e disponibili per altre attività, l’idea di aprire la scuola a tutta la famiglia è nata da un bisogno comune: far sentire le mamme e i papà meno soli nella crescita dei figli. Abbiamo così allestito un vero e proprio salotto, dove i genitori possono fermarsi per conoscersi, chiacchierare e prendersi un caffè insieme magari mentre i figli, nello spazio adiacente, svolgono le attività dei corsi pomeridiani.

Una scuola aperta alla famiglia, ma dove anche le attività per i più piccoli non mancano, dunque…
Al centro ci sono sempre loro, i bambini. Dallo scorso gennaio, teniamo aperti gli spazi 3 pomeriggi a settimana fino alle 19, qui organizziamo corsi diversi, dal tiro con l’arco, a corsi di inglese con insegnanti madrelingua, fino ad un corso di archeologia per i più piccoli. L’offerta è davvero varia. Spesso sono proprio i genitori a proporre i laboratori, e capita che si offrano anche di gestirli volontariamente. L’obiettivo dello spazio è proprio questo, coinvolgere le famiglie nel modo più attivo possibile, stringendo anche legami con il resto della comunità. Parallelamente ai corsi, abbiamo attivato uno spazio per aiutare i bambini a fare i compiti, soprattutto quelli con maggiori difficoltà. I genitori volontari che si occupano di quest’attività, sono stati formati da alcuni insegnanti che si sono resi disponibili a spiegare i metodi di supporto didattico, inoltre è stata stretta una collaborazione con l’istituto superiore Quasimodo, e alcuni studenti hanno svolto il proprio tirocinio, proprio in questo spazio.

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Cosa rende la vostra esperienza diversa da quella del doposcuola?

A Magenta un servizio di doposcuola esiste già e funziona molto bene. Quello che abbiamo voluto sviluppare all’interno di questi spazi è un’offerta diversa, più mirata, basata sul principio di attivazione dei genitori. Come dicevo, spesso ciò che manca sono i momenti di scambio tra la scuola e le famiglie e tra le famiglie stesse. Nel salottino dei genitori abbiamo attaccato al muro un grande albero, ogni genitore che passa di lì, può scrivere e appendere un consiglio o un’esperienza di vita e leggere quelle condivise dagli altri genitori. E’ un gesto simbolico, ma importante. Alla fine dell’anno raccoglieremo tutti i biglietti e pubblicheremo un libro. In futuro vorremmo organizzare altri corsi di formazione, con l’aiuto degli insegnanti, per trasferire ai genitori le tecniche più efficaci per aiutare i figli a fare i compiti.Inoltre stiamo avviando degli incontri tematici serali, rivolti alle famiglie con bambini. Al primo incontro che abbiamo organizzato, sul bullismo, hanno partecipato circa ottanta persone, un successo davvero superiore alle nostre aspettative. La voglia di incontrarsi, informarsi e conoscersi è molto diffusa.

Foto: Andrew Itaga (Unsplash)