Generare un welfare spontaneo e innovativo

Una sfida ambiziosa per lasciare un segno positivo sul territorio

Data di pubblicazione: 30 Settembre Set 2016 1532 30 settembre 2016

Hanno pensato, anche se solo metaforicamente, di rivoluzionare i principi classici della matematica, così per i soggetti promotori del progetto #genera_azioni, costruire relazioni significa costruire comunità: sette più sette è uguale a 49… “Immaginiamo che le 7 amministrazioni comunali sommate alle loro 7 comunità territoriali diano come risultato non l’addizione, ma un prodotto: un welfare di comunità moltiplicatore e generativo dice Gianpietro Pezzoli- dirigente del Comune di Montichiari, capofila del progetto.

L’obiettivo di tutta l’iniziativa, pensata su tre anni, è trasformare l’approccio classico di welfare “interventista” in un processo di welfare spontaneo e innovativo.

Cittadini che nel territorio della Bassa Bresciana Orientale tra il 2006 a il 2014 sono cresciuti del 13%. Un dato importate visto che la percentuale è più del doppio dei parametri provinciali (6%) e dei regionali (5%). “Sintomo - spiega Pezzoli - di un territorio che rimane ancora attrattivo e che sta crescendo”.

Aumentano i nuovi nati e aumentano le famiglie. “Ma come sottolinea Pezzoli- aumenta anche la fragilità e la vulnerabilità: dal 2009 la percentuale dei contribuenti che resta nella fascia di reddito inferiore ai 15mila euro annui è stata sempre superiore al 40%”.

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Ci piace definirlo come un welfare di corresponsabilità, perché a costruirlo saranno gli stessi cittadini che poi ne beneficeranno

Gianpietro Pezzoli, Dirigente del Comune di Montichiari

Così i promotori del progetto hanno pensato di rivolgersi proprio a loro, alle famiglie in situazione di “fragilità”. “Speriamo di raggiungere in tre anni 4500 famiglie, lavoreremo da una parte sugli strascichi che ha lasciato la crisi economica e dall’altra invece sulle vulnerabilità che sono nate all’interno delle relazioni e dei legami”. Tutto il progetto lavora simultaneamente su tre assi: la prossimità nelle relazioni, l’innovazione delle esperienze la ricomposizione dei processi di governance. Attenzione sarà posta al tema delle relazioni di comunità, del lavoro, dell’abitazione e degli adolescenti e giovani.

Nel lavoro di comunità, oltre all’apertura e co-progettazione di 6 Punti di Comunità, “vogliamo realizzare- racconta Pezzoli- dei laboratori di prossimità. Dei veri e propri spazi di partecipazione che coinvolgano diverse realtà e cittadini nel costruire risposte alle fragilità quotidiane.

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Abbiamo chiesto anche alle aziende profit che appoggiano il nostro progetto di intervenire direttamente mettendo a disposizione competenze per i cittadini che ne faranno richiesta”. Inoltre, l’idea che sta alla base della partecipazione al bando di Fondazione Cariplo è che ogni cittadino rappresenti un valore. E che le sue idee, nel realizzarsi, possano generare valore per gli altri. “Per questo abbiamo previsto anche un budget per finanziare 30 idee: le start-up promosse dai cittadini a favore del territorio. Valuteremo le proposte in base alla generatività che sapranno costruire in termini di rafforzamento di relazioni.” Gli interventi sul lavoro mescolano strumenti tecnici a un metodo nuovo: l’agente sviluppo lavoro promuove l’incontro tra domanda e offerta e l’avviamento a posizioni di tirocini e assunzioni, ripartendo dal territorio, in rete con i Punti di comunità, le aziende e le agenzie di somministrazione.

Altro asse d’azione è sul tema dell’abitare. Gli enti promotori cercano di attivare delle risorse per abbassare gli affitti attraverso strumenti di garanzia. “La riduzione non sarà inferiore al 10% dei canoni applicati oggi. Cercheremo di utilizzare al massimo i tanti appartamenti che oggi sul territorio sono sfitti e di promuovere la coabitazione come risposta solidale al bisogno”. Durante il triennio saranno 25 le esperienze di coabitazione avviate e 4 le esperienze di custode sociale accompagnate. Ad oggi, presso un condominio “difficile” è già partita la prima esperienza. “Avere attenzione rispetto al luogo in cui si abita abbassa sempre le tensioni”. In un territorio con un tasso demografico alto si pensa ai giovani.

Per sostenere esperienze significative di adolescenti e giovani si sta lavorando sia nella mappatura dei bisogni con world café, eventi e laboratori sia rileggendo strumenti più formali in ottica di valorizzazione dell’esperienza. Ad esempio, si sta costruendo un “catalogo” di posizioni per rivalorizzare e rilanciare la potenzialità dello strumento dell’alternanza scuola lavoro. “Li metteremo tutti in rete; sono tanti i soggetti (scuole, enti locali, sistema bibliotecario, privato sociale) che stanno già proponendo esperienze qualificanti - -continua il referente - . sarà anche un modo per avvicinare sempre più ragazzi e ragazze al progetto che potranno crescere insieme a noi in questo percorso”.

Una sfida ambiziosa, ma che speriamo possa lasciare un segno positivo al welfare territoriale.