Ecco come abbiamo creato una comunità che gira

A un anno dal lancio del progetto di welfare di comunità, Fare Legami fa un primo bilancio di quanto è stato raggiunto fino a oggi

Data di pubblicazione: 14 Ottobre Ott 2016 1845 14 ottobre 2016
Comunità

Volevano creare una “comunità che gira”, generativa. Dove il welfare si costruisce in base ai bisogni veri del cittadino, e dove, i cittadini, poi, si schierano in prima linea per realizzare – insieme – i bisogni della comunità che abitano. Il progetto FareLegami è nato così, dall’idea che occorre trasformare in maniera radicale la risposta che il territorio ha fino ad ora offerto alle famiglie e alle persone vulnerabili.

FareLegami quindi è un progetto di welfare comunitario che ha l’ambizione di ridisegnare il sistema mettendo al centro le persone, le loro risorse, le loro responsabilità e le loro relazioni, raccogliendo pienamente la sfida lanciata da Fondazione Cariplo, che sostiene il progetto all’interno del bando “Welfare di Comunità e Innovazione Sociale”

Ma ad un anno dall’avvio del progetto quanti e quali sono stati i risultati già raggiunti?

«Quattro Civic Center, 14 laboratori di comunità, 44 patti GenerAttivi, 3 corsi di Empowerment lavorativo e 5 Laboratori di Comunità», spiega Angelo Stanghellini, responsabile del progetto. E quando si parla di persone coinvolte i numeri aumentano: «864 bambini e 346 adulti all’interno dei Civic Center; 86 sono state le onp che hanno partecipato ai Laboratori di Comunità che, a loro volta, hanno visto il coinvolgimento di 138 famiglie - fra cui 64 anziani, 343 bambini e di ben 115 fra operatori e volontari - per un totale di più di 600 persone. Ma se consideriamo il territorio complessivo tra Crema, Cremona e Casalmaggiore, i cittadini coinvolti nel progetto sono stati circa 2000».

Se con i Laboratori di Comunità si entra nei quartieri, nei paesi e nelle aziende per ascoltare, progettare e realizzare insieme soluzioni ai problemi più sentiti, con i Patti Gener-Attivi, invece, si sostiene il lavoro e la riattivazione personale. Com’è successo a Giovanni che a quarant’anni, sposato, due figli e un mutuo da pagare, ha perso il lavoro. «Lui ha sempre lavorato in un’impresa nel comune. A lavoro andava a piedi perché non ha la patente. E per fortuna le offerte da altre aziende sono arrivate, ma in comuni più lontani…», racconta Fabiano Sarti responsabile comunicazione e fundraising.

Ma grazie al patto Gener-Attivi, Giovanni ha preso la patente: «Farelegami», racconta Fabiano Sarti, «ha sostenuto le spese per permettere a Giovanni di prendere la patente. E Giovanni – com’è stabilito nei patti – ha trovato un modo per restituire alla comunità la possibilità che gli è stata data: si è impegnato a raddoppiare il suo impegno di volontario a favore delle persone meno fortunate che vivono intorno a lui».

In questo primo anno di progetto la comunità è cambiata tanto: «e lo fa», continua Sarti, «attraverso piccoli ma significativi segni» A Crema, ad esempio, dopo un laboratorio di comunità si è deciso di riaprire il bar dell’oratorio di San Giacomo; ogni mercoledì mattina persone con disabilità intellettiva diventano i baristi e il caffè all’oratorio di San Giacomo è diventato l’appuntamento fisso della comunità. E in un luogo dove tutti si interessano agli altri è bella la storia di Dimitri: «un ex militare russo che si allenava tutti i pomeriggi nel quartiere dell’oratorio di Santa Maria, a Crema. I ragazzini che giravano per le strade hanno iniziato ad interessarsi a lui. Così la proposta fatta al pugile è stata di promuovere un intervento educativo, tempo libero salutare e lo sviluppo della solidarietà e l’empatia con i pari. L’abbiamo chiamata la Street Boxing ed il pugile adesso allena i ragazzini quando le famiglie non hanno la disponibilità economica per pagare le palestre».

In questo venirsi incontro per cambiare le cose, molto importanti, sono anche le donazioni: «Ad oggi con la nostra iniziativa di fundraising abbiamo raccolto circa 75mila euro: una parte di questi fondi – 40mila euro - proviene dalla donazione del Banco Popolare di Crema, a cui siamo molto grati». Il resto dei fondi raccolti fino ad oggi, invece, sono il risultato di feste di piazza ed eventi organizzati nei vari comuni per sensibilizzare il territorio e far conoscere il progetto Fare legami.

«Siamo molto contenti delle 452 piccole donazioni fatte durante questi eventi organizzati sul territori: un risultato che ci rende orgogliosi perché le persone per cui FareLegami è nato hanno colto in pieno obiettivi e spirito del progetto. A Pandino, ad esempio, a luglio abbiamo organizzato una “cena in bianco” che ha fruttato mille euro di donazioni. Invece, a Cremona insieme alla compagnia delle Griglie, siamo riusciti a raccogliere ottomila euro. Duemila euro, invece, li abbiamo raccolti a settembre, dove, a Crema abbiamo organizzato un evento a metà tra concerto e commedia, il biglietto costava 12 euro. O ancora il concorso fotografico “S-legami” nato per combattere la ludopatia e il gioco d’azzardo: le quote d’iscrizione dei fotografi – complessivamente 256 euro – sono state tutte destinate al progetto FareLegami. Tra le iniziative più divertenti ed apprezzate c’è sicuramente la vendita di una shopper bag con dentro una confezione di spaghetti ed una di passata di pomodoro: l’abbiamo venduta nei luoghi di aggregazione, nelle piazze, all’uscita delle chiese. Ed il 12 ottobre a Crema abbiamo appena partecipato alla Partita del Cuore, altro importante legame creato grazie al progetto: il ricavato di 18.938 € andrà a sostegno delle attività sportive organizzate per i ragazzi diversamente abili all’interno dei Laboratori di Comunità nel distretto di Crema».