Un salvagente affidabile in uno dei più tumultuosi periodi della vita. È così che le neomamme descrivono la Farmacia Comunale di Corbetta, il paese in provincia di Milano dove uno dei luoghi simbolo della cura è diventato il punto di riferimento per le donne della zona che stavano per avere un bambino.
D’altra parte, come spiega Sara Barella, direttrice della Farmacia Comunale di Corbetta, «Il nostro lavoro è proprio aiutare le persone a stare meglio, la scelta di aprire le porte non poteva essere più coerente con il ruolo che ricopriamo nella comunità».
È così che tra gli scaffali è stato ricavato un piccolo salotto privato, chiuso grazie a due pannelli di cartone, nel quale le neomamme della zona hanno iniziato a trovarsi. Un incontro a settimana con figure professionali specializzate in pedagogia e puericultura, in uno spazio intimo, nel quale confrontarsi, raccogliere informazioni, condividere dubbi, paure e piccole soddisfazioni quotidiane. Il tutto reso possibile grazie ad una collaborazione con l’associazione La margherita blu, tra i partner del progetto Comunità Possibile, vincitore del bando di Fondazione Cariplo sul welfare di comunità.
«Da noi le donne sono molto seguite in gravidanza ma è dopo il parto che si ha più bisogno e questo è anche il momento in cui si fa più fatica a chiedere aiuto», spiega Linda Giovannini de La margherita blu che, sul territorio, si occupa di offrire sostegno alle coppie dopo la nascita di un bambino. «Sentirsi soli è facile, così abbiamo unito le forze e siamo intervenuti». La prima serie di incontri è partita la scorsa primavera, un incontro di due ore, una volta a settimana per sei settimane. Ogni volta un argomento diverso, dall’allattamento, alla nanna, tutto organizzato direttamente nella farmacia che, a Corbetta, si trova proprio nel mezzo di un nuovo complesso residenziale, di fronte ad un parco. «Il nostro è già un cuore pulsante della comunità, qui davanti nelle belle giornate vengono a giocare i bambini e le mamme si fermano sotto agli alberi con i passeggini», racconta Sara Barella, confermando che il luogo è importante: «È comodo, accessibile a tutti e molte mamme ci identificano come un luogo accogliente ».
Nove le neomamme che hanno partecipato alla prima serie di incontri «Sono state loro il vero motore del progetto», racconta Linda Giovannini, «il gruppo ha funzionato anche come mutuo-aiuto, un luogo in cui condividere i dubbi e le ansie, perché parlare serve a placare la paura e ridimensionare i problemi».
Per Federica, mamma di Matilde, il gruppo è stato un modo per trovare delle vere compagne di viaggio. «Abbiamo condiviso un momento bellissimo ma complicato e siamo state fortunate perché, oltre agli esperti, con noi c’erano altre mamme che avevano partorito da poco, coi loro neonati. Il loro contributo è stato utilissimo, ci hanno offerto un nuovo punto di vista, dato informazioni che nessuno di solito dà, spiegato, ad esempio, come tagliare le unghie di un neonato. Insomma è stato davvero un gruppo di amiche quello che abbiamo trovato».
A confermarlo anche Loredana, la sua bimba è nata lo scorso giugno e quando ha iniziato il corso stava avvicinandosi al momento del parto.
Per noi è stato una zona franca dove parlare liberamente. Insieme abbiamo discusso di come affrontare l’ansia del pre-parto, la paura di cadere in depressione post-partum, la gestione dei parenti dopo la nascita e gli aggiustamenti da fare come coppia perché il passaggio da due a tre non è sempre immediato
E il percorso per molte non è finito con l’ultimo incontro. Nella sede della Margherita Blu, le mamme continuano a incontrarsi, insieme ai loro bimbi. «Per chi è al primo figlio, il confronto con gli altri è fondamentale. Parlare aiuta davvero a placare le ansie e le paure e la cosa bellissima è che mentre noi chiacchieriamo, i bimbi interagiscono tra loro e questa è una ricchezza. La mia ha imparato a stare seduta proprio osservando i coetanei di qualche settimana più grandi di lei». Spiega Federica, raccontando la crescita di un’amicizia che non riguarda più solo le donne, ma tutta la famiglia. «Spesso ci vediamo con i bimbi e i papà. La sensazione è quella di aver costruito dei legami solidi, di non essere più soli», aggiunge Loredana. «Il pericolo che si corre dopo il parto è proprio quello dell’isolamento, ma questo gruppo ci ha offerto la consapevolezza di essere insieme ad altri in quest’avventura. So che se domani dovessi avere bisogno, ci sono loro.» Una sensazione che è stata colta anche da Sara Barella: «Diverse mamme hanno creato delle relazioni forti, che vanno oltre le mura della farmacia, dopotutto hanno bimbi coetanei che probabilmente andranno all’asilo e a scuola insieme,» spiega. «Tante famiglie si sono trasferite qui da Milano e non conoscono nessuno. I rapporti che si creano tra le persone in questi momenti di vita, in qualche modo sostituiscono quelli familiari e vedere nascere una famiglia è una cosa unica».