La nostra è soprattutto una sfida.
“La nostra è soprattutto una sfida.” Elisa D’Anza, responsabile di Sbrighes! non ha dubbi. D’altronde l’obiettivo di questo progetto triennale, lanciato nell’ambito di Tirano (SO) da una rete di soggetti pubblici e del privato sociale e sostenuto dal bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo, è ambizioso: trasformare un luogo che rischia lo spopolamento in polo di attrazione per i giovani e le famiglie under 35. “L’idea è cambiare il welfare locale e invertire la tendenza di un territorio che è diventato sempre più fragile”, spiega D’Anza. “La crisi economica degli ultimi anni ha sconvolto gli equilibri di questi luoghi, che erano comunque già precari. È sempre mancata la valorizzazione delle risorse presenti sul territorio e della nostra identità. I giovani se ne vanno e le attività portate avanti dagli anziani vengono abbandonate.” Nonostante questo però, nei 12 comuni su cui si sviluppa il progetto ci sono ancora tantissime scintille creative. “Abbiamo notato che sono molte le persone che si sono attivate in modo informale per mettere a frutto le risorse già presenti sul territorio e trovare insieme soluzioni ai problemi comuni. Sbrighes! parte proprio da qui.” Sviluppato su tre assi: famiglia, lavoro e comunità, il progetto punta infatti ad innescare iniziative di cittadinanza attiva, valorizzando le esperienze che esistono già.
“Per quanto riguarda il filone famiglia, lavoriamo sulle capacità dei genitori di co-progettare i servizi condivisi che possano rispondere ai loro bisogni di conciliazione.” Ad aiutarli in questi percorsi i “local coach”, operatori che indirizzano i cittadini nella progettazione, incoraggiandoli ad andare oltre il concetto della delega e condividere soluzioni. Un approccio che si sta diffondendo sempre di più da queste parti. “Sono moltissimi i gruppi di famiglie che utilizzano gli spazi delle scuole durante l’orario di chiusura per laboratori e altre attività dei bambini. Il nostro obiettivo è stimolare questo tipo di esperienze il più possibile.” Un esempio su tutti è il bando lanciato da Sbrighes! che premia lo sviluppo di progetti pensati dalle famiglie per la creazione di servizi condivisi.
“Da qui è nata la risposta al bisogno di conciliazione estiva che ha visto alcune mamme mettersi insieme e trovare una proposta molto interessante: una di loro non lavora e si occuperà della cura dei bambini di tutte le altre, organizzando laboratori all’interno delle botteghe di artigianato locale. È una soluzione che si integra perfettamente con il territorio ed ha anche un forte valore educativo.” L’artigianato è un tema ricorrente all’interno di Sbrighes! Il filone lavoro prevede infatti un percorso con le scuole volto a promuovere l’autoimprenditorialità nei settori relativi al tessuto economico locale. “Vogliamo valorizzare le attività che esistono nella nostra zona, abituando i più giovani a capire che possono diventare un’opportunità per il loro futuro”, continua Elisa D’Anza, sottolineando che il progetto prevede anche la riqualificazione di due spazi pubblici abbandonati: una ex scuola e un ex stabile del comune, saranno completamente trasformati, il primo diventerà una co-factory con laboratorio di stampa digitale e un’officina progettuale per pensare ad iniziative di rigenerazione del territorio, mentre il secondo sarà uno spazio di co-working. “Saranno luoghi di incontro e di scambio per tutti i cittadini.”
Ultimo tassello di Sbrighes!, il lavoro da portare avanti sulla comunità. “Sarà la chiave per reclutare volontari che si attivino per il progetto e il fundraising. Bisognerà fare una grande attività di comunicazione e sensibilizzazione, per favorire la collaborazione tra i paesi diversi e andare oltre il campanilismo, che da queste parti è ancora radicato.” Molto lavoro da fare che però non spaventa Elisa D’Anza. “C’è tantissimo potenziale, questo territorio è molto lontano dall’essere morto, ha ancora tanto da dare.” E Sbrighes! serve proprio a questo: aiutarlo a rialzarsi e camminare lontano.