Trasformare il concetto di vecchiaia e fornire agli anziani i servizi adeguati per vivere meglio e il più a lungo possibile nella propria casa, facendo leva sulla forza della comunità. È questo l’obiettivo di Invecchiando si impara, il progetto sviluppato su 19 comuni della provincia di Bergamo e sostenuto dal bando di Fondazione Cariplo “Welfare di comunità e innovazione sociale”. “La vecchiaia è un tema centrale. Nel territorio degli Ambiti di Seriate e di Grumello del Monte il 17,2% dei cittadini ha un’età superiore ai 65 anni, la speranza di vita è aumentata moltissimo, si vive sempre di più ma spesso si perde la piena autosufficienza”, spiega Stefano Rinaldi, responsabile del progetto. “Inoltre la composizione della famiglia è cambiata, sempre meno persone possono fare riferimento ai figli che vivono lontani e magari hanno un lavoro che gli impedisce di prendersi cura dei genitori come vorrebbero”.
Eppure, sottolinea Rinaldi, “invecchiare può essere una bellissima cosa se avviene tra le mura di casa propria, circondati da una comunità attenta”.
Vogliamo offrire ai familiari un sostegno concreto per orientarsi nel mondo dei servizi alla quarta età costruendo anche nuovi luoghi di aggregazione
Da qui l’idea di potenziare i servizi di cura a domicilio e disegnare un sistema in grado di sensibilizzare e mobilitare l’intera comunità per prendersi cura dei cittadini più anziani. “Abbiamo deciso di introdurre la figura degli operatori domiciliari e quella di volontari che possano facilitare lo sviluppo dei legami con il territorio. Oltre a questo, per chi ha un grado di autonomia ancora avanzato, abbiamo pensato di attivare un servizio di tutoring condominiale e di quartiere, così da alleggerire i carichi di cura delle famiglie e aiutarle a ridurre le spese, facilitando la condivisione del servizio”. Invecchiando si impara, infatti, non è solo pensato per gli anziani, ma anche per chi si occupa di loro, i cosiddetti care giver.
È per offrire loro un sostegno che è stata pensata la Bottega della domiciliarità, un luogo di ascolto, consulenza e orientamento per le famiglie che, nell’ambito del progetto, potranno anche avere accesso ad un Registro Territoriale degli assistenti familiari, per facilitare la scelta dell’aiuto e a due Alzheimer Cafè, luoghi di incontro che vedranno l’impiego di figure professionali e volontari, con l’obiettivo di aiutare i malati e le loro famiglie.
“Vogliamo offrire ai familiari un sostegno concreto per orientarsi nel mondo dei servizi alla quarta età costruendo anche nuovi luoghi di aggregazione”, continua Rinaldi.
“Spesso la persona anziana è vittima di un tracollo improvviso a cui nemmeno le famiglie sono preparate. In queste situazioni è facile sentirsi soli e spaesati, per questo la nostra idea è creare una vera e propria rete di protezione, per chi invecchia, ma anche per chi si trova da un giorno all’altro a doversi occupare dei genitori o dei parenti più anziani".
Una rete in cui tutti possono giocare un ruolo chiave. “La nostra intenzione è coinvolgere quanto più possibile la comunità locale, non solo come volontari, ma anche come sentinelle, in grado di intercettare le situazioni più delicate. Dal panettiere, al giornalaio, al medico di base, tutti possono attivarsi per offrire informazioni utili, segnalare ai servizi casi in cui ci sarebbe bisogno di un aiuto e dare una mano in prima persona”, conclude Rinaldi. “Dopotutto la vecchiaia è un tema che riguarda davvero tutti, dai ventenni che magari hanno i nonni di cui prendersi cura, ai cinquantenni che sono alle prese coi genitori, a chi ha settant’anni e deve prepararsi ad invecchiare serenamente. In tre anni vorremmo aver creato una cultura più attenta al mondo degli anziani, in cui vi siano le condizioni per andare avanti negli anni nel modo più sereno possibile”.