Storie di quattro volontari nel Verbano Cusio Ossola

Chi trova un nuovo amico, chi lo ritrova, chi riceve il pranzo, chi regala cioccolatini

Data di pubblicazione: 21 Dicembre Dic 2018 1528 21 dicembre 2018
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La Cura è di Casa uno dei progetti vincitori della seconda edizione del bando “Welfare di Comunità e Innovazione sociale” promosso da Fondazione Cariplo nasce nel territorio del Verbano-Cusio-Ossola e in alcuni comuni del novarese, per aiutare gli anziani ad invecchiare bene a casa propria, migliorando la loro qualità di vita e offrendo un supporto alle famiglie e alla comunità. L’obiettivo è sostenere le famiglie nella gestione quotidiana della persona e diminuire la percezione di isolamento, soprattutto dei residenti in zone periferiche o montane, in un’ottica di prevenzione.

In questi due anni sono stati intercettati 612 anziani, con un’età media di 81 anni, prima sconosciuti ai servizi tradizionali e nella maggior parte dei casi donne. Si tratta spesso di persone prive di una rete familiare o sociale forte. I volontari attivi nel progetto oggi sono 140, alcuni molto assidui, disponibili a supportare gli anziani nelle piccole mansioni quotidiane: accompagnarli dal medico, aiutarli nella spesa e nel disbrigo pratiche, fare loro compagnia. I volontari sono per lo più persone fra i 60 e i 75 anni, piene di energie e voglia di offrire il proprio tempo e le loro competenze. Le associazioni che hanno deciso di sostenere le attività a favore degli anziani e della comunità che invecchia: il Gruppo Accompagnatori Volontari, Pro Senectute, Auser, Anteas e Uno sguardo...un aiuto.

Claudia Ratti, manager operativo del progetto La Cura è di Casa ma anche referente e coordinatrice per l’azione dei volontari, racconta le storie di quattro volontari uomini.

Ci tengo molto a raccontare le storie di quattro volontari uomini perché solitamente sono le donne a prendersi cura degli altri

Claudia Ratti, coordinatrice per l’azione dei volontari
Volontari Gravellona

Nella zona Verbania c’è Antonio di 85 anni che va due volte a settimane a trovare Mario che ne ha 105. Antonio per andare a trovarlo prende la corriera o la macchina, poi lo aiuta a fare la spesa con il carrellino. Ma sono andati anche al museo di Verbania e quando c'è brutto tempo stanno a casa a chiacchierare. Mario vive solo, non ha figli, ma ha un nipote che è come un figlio. E un volontario come amico.

Nella zona del Cusio, Antonino che tutti i martedì va dalla signora Franca per chiacchierare, sbrigare commissioni e giocare a carte. Chiacchierando hanno scoperto che da giovani abitavano nello stesso quartiere. E ora grazie al progetto La Cura è di Casa si sono ritrovati. Meglio di un social network. Sempre nella zona di Cusio c’è Gabriele di 70 anni che si occupa di Clelio di 94. Clelio che è stato un partigiano molto attivo, non ha figli ma una vita sociale vivace. Gabriele lo va a prendere e lo accompagna al circolo. Quando Gabriele va via, Clelio gli da' sempre dei cioccolatini per le sue nipoti.

A Ossola infine ci sono Adolfo e Franco, due volontari che si alternano per portare il pranzo a domicilio, preparato nelle mense dei consorzi, agli anziani che sono in carico al progetto. Come la signora Rita e il signor Mario che abitano in paesini di montagna poco popolati. Con la scusa del pranzo si assicurano che stiano bene.

A gennaio partirà il nuovo sistema informatico per i volontari del progetto che darà loro la possibilità di comunicare con le associazioni e di avere un calendario sul proprio smartphone per pianificare al meglio il proprio tempo da dedicare agli anziani. Perché anche un’ora alla settimana può valere moltissimo.