Se la cura degli altri è una responsabilità ma anche un’occasione per l’intera comunità, deve essere la comunità a diventare protagonista.
E a Brescia uno dei luoghi in cui è possibile farlo è il Consiglio d'indirizzo del welfare della città, un tavolo di lavoro istituito dal Comune, come luogo di discussione e confronto sul tema del welfare tra le istituzioni pubbliche e il Terzo Settore.
Nato nell’ambito del progetto “Brescia città del noi”, sostenuto all’interno del bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo, il Consiglio d'indirizzo è stato uno strumento utile per innovare in chiave comunitaria e partecipata le tradizionali aree dei servizi sociali nel Comune di Brescia.
La finalità del Consiglio di indirizzo è stato quello di stimolare tramite incontri di confronto la progettualità di tutti gli attori del welfare in una visione condivisa che valorizzasse tutte le risorse presenti sul territorio, e di favorire la coprogettazione e la partecipazione attraverso la condivisione di informazioni, esigenze, istanze utili a orientare scelte e azioni volte a realizzare un sistema di welfare sempre più equo e solidale.
Il Consiglio d’indirizzo ha fatto incontrare istituzioni, associazioni, rappresentati del terzo settore, medici di base, psicologi e farmacisti. E’ stato molto utile per allargare lo sguardo
Al tavolo del Consiglio di indirizzo si sono seduti l'assessore con delega ai servizi sociali del Comune di Brescia e di Collebeato, tredici componenti fra organizzazioni attive nel welfare del territorio del terzo settore, organizzazioni sindacali, enti di ricerca e formazione tra le personalità singole con competenze nell'ambito del welfare, scelte sul criterio della rappresentatività, rilevanza e varietà.
Un contributo molto importante è arrivato dai farmacisti che si sono proposti come antenne sul territorio e come promotori di iniziative. Sono diventati un supporto e un punto di snodo e informazione indirizzando famiglie e anziani verso i servizi esistenti. D’altronde chi meglio di loro conosce le famiglie, sa dove è appena nato un bambino o chi vive solo?
Un altro esito positivo è stato far dialogare per la prima volta le scuole di psicoterapia che non si erano mai parlate e avere coinvolto come volontari gli studenti di psicologia dell'Università Cattolica e dell’Università Statale di Brescia.
Punti di Comunità si sono così aperti per la prima volta agli studenti di Psicologia e l'Università si è messa al servizio di una realtà del territorio. Prima gli studenti hanno intervistato gli operatori dei Punti Comunità per conoscere meglio il territorio, poi gli operatori li hanno aiutati a trovare dei ragazzi del quartiere con cui sperimentare il Photovoice, una metodologia con la quale le persone possono rappresentare alcuni aspetti e contenuti critici delle loro comunità attraverso la fotografia. E’ un modello che ha una doppia funzione, partecipativa e di indagine, attivando un alto grado di partecipazione e cooperazione tra partecipanti in un rapporto paritario, con l’ambizione di creare proposte e immaginare soluzioni.
Attraverso quindi la collaborazione con i punti di comunità, gli studenti hanno chiesto ai ragazzi del quartiere di fotografare le cose positive e negative e di provare a immaginare dei cambiamenti; per esempio in un'area piena di sterpaglie si è pensato di mettere panchine.
Adesso gli studenti insieme ai Punti Comunità restituiranno i punti di forza e di debolezza di ogni quartiere con una mostra fotografica
E’ stata anche avviata un’indagine che ha coinvolto 236 psicologi, ai quali è stato inviato un questionario. È stato chiesto ai professionisti di esprimersi in merito ai problemi rilevati più frequentemente, a quelli con maggiore criticità e quelli emergenti. Dai dati è emerso che a Brescia le persone in carico alla psichiatria sono 15.000 e che il più grande problema è legato all’assenza di relazioni. Problema che riguarda famiglie, adolescenti e anziani. Nel report i terapeuti auspicano la costruzione di interventi di rete e comunitari e propongono collaborazioni con enti pubblici, privati, del terzo settore per rispondere al crescente senso di solitudine e disorientamento. Propongono attività di psicoeducazione in termini di gestione delle emozioni, delle relazioni sociali e di parent training e suggeriscono all’amministrazione di investire in progetti che favoriscano occasioni di socialità.
“Gli psicologi hanno sempre partecipato agli incontri, le facoltà di psicologia hanno messo a disposizione i loro studenti, e oggi abbiamo volontari giovanissimi che la domenica pomeriggio incontrano i senza fissa dimora. E presto anche i tirocinanti potranno offrire dei servizi alla città. Per noi è un piccolo miracolo
Il Consiglio di indirizzo è stato uno strumento molto utile e per questo l’anno prossimo verrà riconfermato: ci sarà un nuovo bando con l’obiettivo di allargare la partecipazione al mondo della sanità e al mondo della scuola.
Perché una città del Noi si costruisce ogni giorno grazie alla partecipazione e all’ascolto.