Con La Cura è di Casa la solidarietà non si ferma

Storie di anziani, volontari e operatori durante l'emergenza Covid19

Data di pubblicazione: 24 Marzo Mar 2020 0947 24 marzo 2020
Gabriel

In questo momento di emergenza coronavirus si sono dovuti interrompere alcuni classici di supporto agli anziani, ma i bisogni continuano, anzi ancora più di prima.

Ecco perché la solidarietà non può fermarsi. Serve solo qualche precauzione in più.

Claudia Ratti, coordinatrice per l'azione dei volontari

È quello che pensa La Cura è di Casa uno dei progetti della seconda edizione del bando “Welfare di Comunità” di Fondazione Cariplo che nel Verbano-Cusio-Ossola e in alcuni comuni del novarese aiuta gli anziani a invecchiare bene a casa propria, migliorando la loro qualità di vita e diminuendo la percezione di isolamento.

Se da una parte gli interventi di compagnia a domicilio e di trasporto da parte dei volontari sono stati sospesi per evitare il contagio, dall’altra i volontari della rete sono rimasti attivi in altri modi: con la telefonata amica, per portare un saluto, fare due chiacchiere e accertarsi che tutto vada bene e con piccoli aiuti concreti di supporto alla quotidianità.

Alcuni anziani commentano il Coronavirus dicendo “abbiamo visto di peggio”, e questo ci fa sperare che supereremo anche questa.

I volontari

C’è chi si sente particolarmente solo, perché le visite di familiari sono ridotte e chi invece si preoccupa perché non può andare a fare la spesa, momento di relazione e di partecipazione alla vita comunitaria.

Per questo i volontari e le volontarie de La Cura è di Casa, non mancano all’appuntamento giornaliero con i loro anziani.

C’è Monica che ha fatto scoprire alla signora Carmen come la tecnologia serva ad accorciare le distanze e come una telefonata con Skype possa diventare una vera e propria chiacchierata dal salotto di casa.

C’è Claudia che ogni giorno sente la signora Concetta e il signor Eugenio per accertarsi che stiano bene; ha promesso loro che non appena questo momento difficile finirà, li porterà fuori a pranzo.

C’è Giulia che racconta della signora Maria che non seguendo le notizie non era molto informata sull’emergenza e sull’obbligo di restare a casa. Nei giorni scorsi la sua necessità era quella di andare in banca a prelevare, per eventuali evenienze, per cui con le dovute precauzioni e in accordo con i figli che vivono lontano, Giulia si è occupata di farlo al posto suo. Da quel momento si sentono tutte le sere al telefono.

E c’è un altro appuntamento, che è solo rimandato: è il pranzo al Circolo per festeggiare il compleanno del signor Clelio, che il 13 marzo ha compiuto 96 anni.

Non manca mai la gratitudine da parte di alcuni anziani che, soprattutto in questo momento, riconoscono l’importanza di avere qualcuno che si prenda cura di loro.

È il caso della signora Lucia che da anni è diventata la “nonna sociale” per le figlie di Gabriel, volontario che si prende cura di lei accompagnandola a fare la spesa e aiutandola con la legna per l’inverno. Anche in questo momento di emergenza in cui sono lontani sono sempre vicini. E quando Gabriel le porta la spesa lasciandola sulla porta, la signora Lucia gli fa trovare un pensiero per tutta la famiglia. Pochi giorni fa nel sacchetto c’erano una bottiglia di vino rosso etichettato con un biglietto scritto a mano che riportava la dicitura “antivirus”, alcuni dolcetti e un biglietto colorato con la scritta “andrà tutto bene!” per le bambine.

La Cura è di Casa prosegue anche la consegna dei pasti, che oltre a portare il giusto nutrimento porta con sé anche un viso amico in queste giornate di solitudine in quei paesini di montagna dove in questi giorni c’è un silenzio profondo. Accanto ai volontari, ci sono anche gli operatori de La Cura è di Casa che con professionalità, tenacia e generosità, continuano ad essere quotidianamente accanto ai più fragili, garantendo loro i servizi fondamentali.

Ma l’invito de La Cura è di Casa è quello di sentirci tutti chiamati a fare qualcosa per la comunità: donare un sorriso dal balcone al proprio vicino, fare una telefonata ad un anziano solo, prendersi cura con le dovute precauzioni di chi è più fragile..

Perché forse è proprio come dice la signora Lucia: la solidarietà è il miglior “antivirus”.