L’emergenza Covid-19 ha avuto pesanti effetti sulla vita di tutti i cittadini, ma ancor di più per le persone con sofferenza mentale con problemi di salute mentale
Recovery.Net, uno dei progetti della quarta edizione del bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo che nelle province di Brescia e Mantova aiuta le persone con disagio psichico a trovare la propria strada fuori dall’istituzione psichiatrica, ha cercato di rispondere all’improvviso impoverimento dei servizi per la salute mentale.
Non potendo immaginare la portata di questa emergenza, abbiamo subito cercato modalità e strumenti alternativi all’incontro e alla vicinanza fisica con un’attenzione rivolta ai più fragili, quelli che in questa situazione sono stati più colpiti.
Le due ASST partner del progetto che si sono trovate impegnate in prima linea, hanno dovuto sospendere alcuni servizi, accorparne altri e rinunciare agli operatori delle residenzialità che sono stati contagiati. In questo scenario il progetto Recovery.Net è stato prezioso perché ha permesso di attingere a risorse alternative per individuare e sperimentare nuove azioni e nuove modalità di sostegno.
Nonostante siano stati rimandati tutti gli incontri di gruppo e individuali, i singoli operatori si sono impegnati come hanno potuto (telefono e WhatsApp) a mantenere i contatti e a supportare i propri utenti, e questo ha sicuramente consentito di mantenere ed accrescere il “patrimonio fiduciario” su cui si basa il progetto.
Per restare vicino a chi improvvisamente si è visto privato delle normali attività riabilitative e di socializzazione è stato attivato anche un supporto telefonico “Rimaniamo in Con-Tatto” per ascoltare richieste, dubbi, pensieri e fornire informazioni utili. Sono state anche realizzate sui i canali social delle video “pillole” in cui operatori e beneficiari raccontano le attività che stanno portando avanti con passione e dedizione all’interno del progetto
Con le video pillole proviamo a coinvolgere operatori, figure istituzionali e beneficiari per guardare insieme oltre l’emergenza.
E nonostante la sospensione degli incontri, nessuna azione si è fermata.
Sta continuando la Mappatura dinamica dei servizi del territorio utile ai percorsi individuali di recovery, grazie al supporto dell’Università Bicocca. Sta proseguendo il lavoro di co-progettazione dei Co-Lab di Brescia, Mantova e Castiglione delle Stiviere, gli spazi sperimentali fuori dai luoghi istituzionali dei servizi della salute che favoriranno l’attivazione di percorsi di cura innovativi, corsi di formazione per la recovery rivolti a utenti, operatori e familiari e iniziative culturali. I gruppi di lavoro composti da utenti, operatori e familiari stanno continuando a incontrarsi online
Stiamo cercando un modo per inaugurare i Co-Lab online, in attesa di un’inaugurazione offline.
Altra azione fondamentale del progetto è quella di favorire una rappresentazione positiva della salute mentale attraverso azioni culturali per creare attenzione sui temi della salute mentale, cambiare la percezione della cittadinanza, diffondere buone pratiche. Per questo continuano su una piattaforma on-line i gruppi di scrittura emotiva e il gruppo teatrale del Laboratorio Metamorfosi. Anche la Biblioteca viventesi sposterà sul sito del progetto dove sarà possibile prenotare “il libro” che si desidera leggere.
Da utenti e volontari che partecipano al gruppo di scrittura emotiva abbiamo ricevuto dei testi molto personali e toccanti, che descrivono i sentimenti vissuti durante la quarantena. Coinvolgeremo degli attori per realizzare una video pillola recitata.
Tanti sono i testi degli utenti dai quali emergono sentimenti di sofferenza ma anche di gratitudine per essere stati supportati da una rete molto forte e presente.
“Poi ieri notte pensavo che alla fine un aspetto positivo c’è: esiste la possibilità che tutte le persone capiscano, per esperienza diretta, che il mondo dei pazienti psichiatrici non è poi così distante dalla loro realtà e credo che, forse, in una situazione come questa, noi siamo avvantaggiati perché conosciamo, per scelta o per forza, l’isolamento, conosciamo l’ansia, conosciamo la paura che tutto finisca e la sensazione di impotenza nel cambiare le cose. Forse ora davvero siamo noi a potere aiutare gli altri.“
“Quando non ne posso più chiamo il centro diurno a Castel Goffredo. Trovo loro, sempre in prima linea, ad aiutarmi: le mie educatrici, l’infermiera e la psichiatra. Come i medici e gli infermieri che combattono a loro rischio e pericolo per curare i malati. Sono i loro esempi, i miei modelli. Voglio vivere anche io per aiutare e fare del bene. Spero che ritorneremo ad incontrarci, ad abbracciarci e a piangere di gioia.”
“Questa pausa dalle relazioni, sarà in grado di farci riconoscere quelle che contano davvero. Di questa cosa penso che dovremo farne tesoro tutti. Sì, e spero se ne rendano conto sempre più pazienti ed operatori, non è tanto quello che si fa che ci manca, ma il modo in cui lo si fa e con chi. E questo è un grande insegnamento che possiamo ritrovare nelle pieghe di questa esperienza che ci accomuna tutti, ansiogena, spaventosa, preoccupante, che nessuno avrebbe voluto sperimentare ma che, volenti o nolenti, dobbiamo affrontare al meglio delle nostre possibilità. E questo, forse, rende la linea che divide il mondo dei pazienti psichiatrici da quello delle persone sane molto meno marcata e visibile. Sì, forse ora davvero più che mai la Recovery riguarda tutti.”
Parole emozionanti dalle quali emerge da parte delle persone con disagio psichico, il senso di appartenenza e vicinanza alla comunità che ha offerto loro la possibilità di vivere un po’ meglio. E un forte desiderio di ricambiare l’aiuto ricevuto.