Diventare grandi vuol dire sviluppare la propria identità e apprendere le capacità necessarie per potere agire il più possibile da soli.
Lo stesso vale per le persone con disabilità che per diventare adulte devono essere aiutate a realizzare il massimo del loro potenziale.
Di supportare e rendere protagoniste le persone con disabilità e le loro famiglie si occupa Sbrighes!, uno dei progetti della terza edizione del bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo che nell’ambito di Tirano si prende la briga di trasformare una zona montana, a rischio spopolamento, in un luogo vivo e attivo puntando sulle risorse già presenti sul territorio.
Per provare a costruire insieme nuovi contesti che affrontino il tema “diventare grandi” per le persone con disabilità, grazie alla collaborazione con tre Cooperative Sociali (Cooperativa San Michele, Cooperativa Forme e Cooperativa Stella Alpina) e il Servizio Sociale di Tirano è nata, nel 2019, Summer in action, un’esperienza germogliata all’interno dell’azione TuttiinPista, e quindi costruita insieme alle famiglie,che ha impegnato 20 giovani con disabilità in quattro microprogetti diffusi sul territorio: tre Laboratori per bambini (un percorso sensoriale, la tombola degli odori e un laboratorio di cucina) durante i quali si sono trasformati in insegnanti, ela Palestra agricola 2.0 durante la quale hanno scoperto, fra i vigneti valtellinesi, tutte le fasi produttive del vino.
Sono orgoglioso di avere aderito a questo progetto. Ho visto nei loro occhi la felicità di darci una mano. Questo vino avrà un sapore speciale.
Nel video che racconta la Summer in action 2019 tre partecipanti esprimono la loro soddisfazione. Monica dice “Mi prendo la briga di insegnare” , Jame “Mi prendo la briga di aiutare” e Thomas conclude con “Mi prendo la briga di imparare”.
Summer in Action ha anche rappresentato la sperimentazione di una nuova proposta per i giovani con disabilità durante il periodo estivo, in un modo un po’ alternativo e coinvolgendo diverse realtà del territorio. Un’esperienza talmente positiva per i ragazzi e le loro famiglie, che a distanza di un anno, nonostante le restrizioni dovute all’emergenza sanitaria, si è deciso di realizzare una seconda edizione.
La Summer in action 2020 è stata anche l’occasione per riattivare i legami e le relazioni interrotte dal Covid 19.
Con la Summer in Action 2020 sono stati 10 i ragazzi con disabilità impegnati in due microprogettualità: “Dream” e "Germogli". Entrambe con l’obiettivo di fornire occasioni di incontro e scambio a partire dalla rigenerazione di luoghi del Comune di Tirano, lavorando quindi alla cura di un bene della collettività. I partecipanti al progetto “Dream”, curato dalla Cooperativa San Michele, hanno prodotto un murales in un sottopasso pedonale che riporta la scritta “Ho un sogno e ti ci voglio portare”. I partecipanti al progetto “Germogli”, curato dalla Cooperativa Forme, hanno invece rigenerato un’aiuola in un parco dedicato al gioco e allo svago dei bambini. Queste piccole esperienze sono la dimostrazione che è possibile lavorare in termini creativi per il potenziamento di autonomie, personali e sociali, a favore delle persone con disabilità. Allo stesso tempo fanno crescere nei ragazzi la consapevolezza delle loro potenzialità, grazie anche al riconoscimento della collettività. Una ragazza che ha partecipato alla realizzazione del murales ha raccontato “Le persone passavano, ci facevano i complimenti."
Sullo stesso modello della Summer in action, dal 23 dicembre al 4 gennaio, a Tirano, si svolgerà la Winter in action che vedrà sempre come protagoniste i giovani con disabilità e le loro famiglie. Con la Cooperativa San Michele verrà realizzato un secondo murales mentre la Cooperativa Forme offrirà attività laboratoriali presso il Co-factoring, il luogo di innovazione e di formazione per adolescenti del progetto Sbrighes!, per creare con le stampanti 3d delle decorazioni natalizie che, grazie alla collaborazione con i servizi di assistenza domiciliare, verranno distribuite agli anziani durante le festività. Si tratta di piccole sperimentazioni, ma molto significative che stanno seminando per cambiare il modo di approcciare l’intervento con i giovani con disabilità, con l’obiettivo che siano sempre più visti da operatori, istituzioni, famiglie, cittadini del territorio come una risorsa per la comunità; il bilancio dell’esperienza è finora stato positivo, e la valutazione, come la progettazione delle iniziative, ha coinvolto anche le famiglie dei ragazzi, seguendo il metodo che il progetto Sbrighes! ha adottato per tutte le azioni di Welfare di comunità promosse sul territorio.
Consideriamo Summer in action un prototipo per ripensare i servizi sulla disabilità e il rapporto fra i soggetti che si occupano di questo tema sul territorio.
Una sperimentazione che sul territorio ha fatto nascere altre esperienze importanti, come il tavolo sulla disabilità a Tirano, un tavolo aperto per permettere un confronto continuo e costruttivo fra tecnici e le associazioni dei genitori impegnati sul tema.
Il tavolo sulla disabilità è una prova di pensiero a partire da un’esperienza concreta. Occorre fare un grande lavoro culturale. Nel nostro territorio i ragazzi con disabilità vanno a scuola, e alcuni riescono a fare esperienze di tirocinio, ma quello che manca è un confronto su come possano diventare davvero adulti.
E proprio in questa direzione, di recente si è svolto il seminario “Adultità possibili” ospitato dall’istituto Pinchetti di Tirano aperto ad amministratori, operatori, insegnanti, familiari e cittadini interessati al tema. L’incontro è stato ideato partendo dal fatto che diventare adulti per una persona con disabilità rappresenta un passaggio delicato e che le famiglie devono essere supportate nel trovare il giusto equilibrio tra protezione e libertà; tema sempre attuale, non solo nel territorio valtellinese.
Un seminario per suscitare idee e dibattito sul territorio, ma anche per lanciare una provocazione: perché continuiamo a chiamarli ragazzi?
Iniziative diverse ma con un unico intento: ricercare nuove strade da percorrere ma anche nuove idee e nuove parole, in stretta collaborazione con tutta la comunità. Perché una volta adulti non vengano chiamati, ancora, ragazzi.