“Il Marpione Camuno è l’eroe che la Valcamonica merita, ma non quello di cui ha bisogno. È un guardiano silenzioso che vigila sulla Valle. Un Mematore oscuro”.
17.600 follower su Instagram, 20.000 persone che seguono la pagina Facebook: «Il venti per cento dei camuni, siamo 100.000 in valle» precisa Giacomo, l’ideatore e autore della pagina satirica. Non ha voluto comparire con il suo nome vero nell’intervista perché: «ormai siamo un collettivo che gestisce la pagina, il merito non è tutto mio».
Il Marpione Camuno è una dei progetti vincitori del concorso “Il territorio riceve risposte dai giovani” ideato da Segni di Futuro, un programma sostenuto nella quarta edizione del Bando Welfare di comunità di Fondazione Cariplo. Segni di futuro è attivo in Valcamonica per orientare i giovani nel mercato del lavoro e il concorso è un’iniziativa nata per invitare gli under 30 a proporre una propria idea o sollecitazione sul futuro della Valcamonica. Racconta Veronica Franchini, responsabile di Segni di Futuro «È stata un’occasione per dar voce alle ragazze ed ai ragazzi del territorio e provare ad osservarlo dal loro punto di vista. La giuria era composta al cinquanta per cento da imprenditori e amministratori locali e per il restante cinquanta da giovani che avevano partecipato ad altre iniziative di Segni di Futuro. In palio c’erano 500 euro per ciascuna delle tre idee vincitrici di ragazzi e ragazze under 30».
Tre le proposte arrivate, che hanno toccato temi legati alla valorizzazione enogastronomica, allo spreco alimentare, progetti culturali e artistici, la giuria ha deciso di incoronare la pagina satirica del Marpione Camuno e un’altra pagina Instagram: “La Bota dell’Orso”. Spiega Veronica Franchini: «La “bota” è un termine dialettale che significa Il motto e nella pagina Alessandro Viola, il ragazzo che la amministra, lancia ogni mese un detto, intervista i ragazzi della Valcamonica, posta vecchi utensili legati ai motti. Il terzo premiato, ma non in ordine gerarchico, è stato un progetto creato da Alessandro Apollonia legato alla mobilità, un tema su cui i ragazzi si sono dimostrati molto sensibili perché da noi, come in molto territori montani, è un grosso tema: gli spostamenti con i mezzi pubblici sono difficili e i giovani chiedono più attenzione perché ci sono criticità legate alla copertura dei trasporti ma anche alle strade stesse». Continua Veronica: «Il concorso è stato un bel momento, in tutte le fasi, ma anche utile per noi che ci occupiamo di giovani perché dall’inizio alla fine sono stati loro a prendere le decisioni.
Tendiamo spesso a cadere nella dinamica del “vogliamo fare qualcosa per i giovani”, dimenticandoci che spesso la scelta migliore è che siano fatte “dai giovani”
In quei casi, può capitare che ci siano cose che non avremmo fatto o non avremmo fatto in quel modo, ma se il nostro obiettivo è che i giovani siano posti nella condizione di agire, dobbiamo rimanere un passo indietro, lasciare spazio fino in fondo. Anche perché questo genera un processo di responsabilizzazione, in cui loro possono capire che se sei protagonista di qualcosa te ne devi far carico fino in fondo, c’è una parte di impegno e fatica. È un allenamento per loro e anche per noi per imparare a metterci in ascolto». E se Segni di futuro ascolta i giovani, i giovani protagonisti del premio ascoltano il territorio, racconta Giacomo, alias il Marpione Camuno: «Le idee e le ispirazioni più belle ci vengono quando ci sediamo nei bar dei paesi e ascoltiamo quello che dicono gli anziani giocando a carte, assorbiamo l’umore della gente. Noi siamo tutti under 30 e in un certo senso facciamo da ponte tra le generazioni, siamo un collante tra le tradizioni della comunità montana e il mondo di oggi. La nostra pagina tratta con leggerezza anche problematiche locali, ma anche la nostra mentalità un po’ chiusa. La Valcamonica è come una bolla e noi ci scherziamo su, siamo gente tendenzialmente malmostosa, talvolta intollerante nei confronti dei turisti. Estremizzando e parodizzando i nostri difetti cerchiamo di far capire che dobbiamo evolverci, aprirci, essere meno diffidenti e magari essere orgogliosi e felici dei turisti che vengono a visitare i nostri luoghi e le nostre montagne che tutti noi amiamo. Io stesso ho vissuto per un periodo all’estero ma il mio mini mondo mi mancava e sono tornato, però molti di noi se ne vanno e non tornano».
Che cosa manca ai giovani nella Valcamonica? «io credo che debba esserci un passaggio di consegne a livello di amministrazione locale.
Vorrei che il nostro territorio fosse amministrato dai giovani che organizzano cose per giovani. Le idee ci sono e me ne sono accorto anche durante la premiazione del concorso ma bisogna metterle in pratica e lasciare spazio alle nuove generazioni
Anche io tra 5 anni forse dovrò lasciare la mia pagina a persone più giovani di me, e mi sembra giusto e naturale dare in eredità quello che ho creato…sempre se non divento come quelli che prendo in giro!».