Cantieri in quota: la cura del territorio diventa cura della persona

Un primo bilancio a un anno dal lancio del progetto di recupero dei sentieri montani nel territorio di Sondrio

Data di pubblicazione: 26 Maggio Mag 2016 1257 26 maggio 2016

E’ passato un anno dal lancio di Cantieri in quota, il progetto sviluppato nell’ambito di Più Segni Positivi, per il recupero dei sentieri montani attraverso l’inserimento lavorativo di persone over 40 senza occupazione. Abbiamo incontrato Luca Verri, responsabile dell’ufficio di piano del Comune di Sondrio per tracciare un primo bilancio del progetto e discutere delle prossime sfide.

Com’è nato il progetto Cantieri?

L’idea è nata dai servizi sociali, ma il progetto è il frutto di una riflessione partecipata, che ha visto nella cura del territorio un’opportunità per la cura della persona. Noi siamo in una zona montana e il progetto prevede infatti il recupero e la manutenzione della rete sentieristica montana abbandonata, attraverso l’inserimento lavorativo di persone over 40 disoccupate e con una bassa scolarizzazione, prevedendo anche un percorso di formazione. La Cooperativa Intrecci ha aperto un nuovo ramo d’azienda vero e proprio, focalizzato sul recupero dei beni ambientali.

Il rapporto tra pubblico e privato è un elemento chiave del vostro progetto, come è stato sviluppato?

Il capofila del progetto è il Consorzio Solco, un soggetto del privato sociale, ma il pubblico ha giocato un ruolo chiave sia dal punto di vista della governance che dal punto di vista operativo. Gli spazi recuperati nell’ambito del progetto Cantieri sono pubblici e tra le persone che si sono candidate per l’inserimento lavorativo, diverse sono state segnalate dagli assistenti sociali. Questa collaborazione è fondamentale nell’ambito di tutte le iniziative di Segni Positivi, è stato interessante vedere come questo progetto abbia modificato anche il modo di lavorare del pubblico: nell’Emporium ad esempio gli assistenti sociali si mettono a disposizione delle famiglie che arrivano, direttamente nello spazio, uscendo così dai percorsi tradizionali.

Qual è il bilancio di questo primo anno di attività?

Molto buono. Cinque delle sei persone che hanno partecipato al progetto, oggi hanno un contratto a tempo indeterminato. Sembrano numeri piccoli, ma dietro a questi numeri ci sono delle persone e l’impatto sulle loro vite è stato reale. Inoltre oggi, grazie a diversi sentieri recuperati, i nostri paesi hanno nuovi collegamenti. E’ stato fatto un grande lavoro di comunicazione del progetto ai cittadini, il recupero di questi spazi di montagna, isolati e inutilizzati fino a qualche tempo fa, è stato accolto molto positivamente dalla comunità, tanto che il gruppo dei Lions locale ha deciso di sostenere l’iniziativa “adottando” un sentiero. Il nostro lavoro non è finito qui comunque. Per il secondo anno del progetto stiamo avviando un “nuovo cantiere” dedicato ai beni comuni, per riqualificare gli spazi pubblici inutilizzati. Dall’apertura di orti sociali alla trasformazione dei terreni in appezzamenti agricoli, sono stati attivati sei progetti, per restituire gli spazi alla comunità, anche in questo caso attraverso l’occupazione di cinque persone sopra i 40 anni, che verranno formate per prendersi cura del territorio.

Cos’avete imparato nell’ultimo anno?

Questo e gli altri progetti sviluppati nell’ambito di Più Segni Positivi ci hanno permesso di toccare con mano tendenze che già avevamo intuito, prima tra tutte la necessità di rivolgersi ad una fascia di persone che non è normalmente raggiunta dai servizi sociali e che ha anche bisogno di sviluppare reti di prossimità che possano rappresentare un network di supporto. Abbiamo notato ad esempio come il lavoro sul nostro territorio costituisca ancora un tema importante, basti pensare che le domande per partecipare alla seconda edizione di “Cantieri” sono state una settantina. Questo lavoro ci ha portato a fare delle riflessioni importanti che ci stanno portando a modificare alcuni aspetti dei servizi sociali sul territori, così da essere più inclusivi e rispondere alle nuove esigenze che sono emerse.

Quali sono le prossime sfide che vi aspettano?

Sicuramente il fundraising. Abbiamo già avviato diverse iniziative di raccolta fondi anche tra i cittadini privati, adesso si tratta di rafforzare questo aspetto, cercando di coinvolgere altri soggetti nel sostegno di questo progetto, tra questi i singoli, ma anche le aziende.