Il co-working che rimette in moto l’economia montana

Nel territorio di Sondrio nasce il Local Hub, uno spazio per aiutare aziende e ragazzi ad incontrarsi, promuovendo l’occupazione giovanile

Data di pubblicazione: 13 Marzo Mar 2018 1628 13 marzo 2018
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È il simbolo della rinascita di un intero territorio, il Local Hub nato a Tirano nell’ambito di Sbrighes il progetto sostenuto dal bando “Welfare di comunità” di Fondazione Cariplo e ottenuto grazie al recupero di un vecchio ufficio dell’agenzia delle entrate, abbandonato da anni. «Un luogo fisico dove fare incontrare i giovani e le imprese e ingaggiare la comunità locale», Elisa D’Anza, direttrice del progetto definisce così i 400 metri quadri completamente recuperati dal vecchio spazio dismesso, che oggi ospita un co-working con dieci postazioni di lavoro, due uffici, una sala meeting e un innovation lab, dove sviluppare idee, iniziative e progetti d’innovazione per il territorio. «Questo luogo rappresenta in pieno lo spirito di Sbrighes, che è stato sviluppato proprio per favorire l’occupazione giovanile, una delle sfide più grosse del nostro territorio, dove i giovani si allontanano per l’università e molto spesso non tornano, e se tornano faticano a trovare un lavoro in linea con i loro percorsi di studio».

Il Local Hub nasce proprio da qui. «Il nostro obiettivo è mettere in relazione i giovani con il tessuto economico locale, promuovere una rigenerazione sia sul piano sociale che fisico, coinvolgendo tutta la comunità. Questo spazio è stato creato proprio per questo, è un connettore di idee, progetti e persone».

Inaugurato il 10 febbraio scorso, alla giornata di open day del local hub ha partecipato come ospite d’eccezione anche Alex Bellini, esploratore diventato celebre per le sue imprese estreme, tra cui le traversate oceaniche a remi, in solitaria e in completa autonomia. Originario di Aprica, paesino poco distante da Tirano, Bellini a partire dalle sue esperienze e dai suoi studi sul “mental coaching”, ha dato consigli alla platea e ha incoraggiato il progetto Sbrighes (“impossibile è finché non arriva uno che ci prova, poi diventa fattibile”) nel continuare la sua “impresa” di rilanciare un territorio che rischia lo spopolamento.

Durante la giornata sono anche stati annunciati i vincitori della call “Mi prendo la briga di fare nuova impresa” nato nell’ambito del progetto Sbrighes, anche per iniziare a popolare e animare il nuovo coworking: tra i premiati, Butega Valtellina, una piattaforma per i piccoli produttori della provincia che punta ad offrire un supporto pratico per il commercio, promozione e ottimizzazioni dei propri prodotti e 3CarGo, un’innovativa bicicletta con 3 ruote e dotata di un grosso cesto, dedicata al trasporto di merci, pensata per risolvere il problema del traffico all’interno delle città. Tra i premi per i neo imprenditori, anche postazioni nel coworking e attività di mentoring e comunicazione, per supportarli in questa fase di avvio.

Abbiamo voluto che questo spazio fosse il più possibile partecipato dalla comunità, facendo in modo che anche i contenuti venissero decisi da chi vive questi luoghi.

Elisa D'Anza, direttrice del progetto

Protagonisti della riqualificazione del Local Hub, sin da subito, proprio gli abitanti del territorio come spiega Valentina Moderana, responsabile dell’azione lavoro di Sbrighes. «Il processo di recupero è iniziato lo scorso ottobre ed è durato circa tre mesi. I primi a mettersi al lavoro sono stati un gruppo di ragazzi tra i 16 e i 25 anni “neet”, cioè fuori dai percorsi di formazione e senza lavoro. Hanno ripulito e risistemato gli spazi, dipinto le pareti e si sono impegnati nei lavori di manutenzione per rendere nuovamente agibili questi luoghi. Sono stati poi aiutati da altri ragazzi provenienti da una comunità minori e da gruppi di volontari adulti». E il coinvolgimento della comunità locale non si è fermato qui: le aziende del territorio hanno ceduto i materiali a prezzi calmierati e a fabbricare i mobili dello spazio è stata una classe dell’indirizzo falegnameria dell’Istituto Superiore Pinchetti. «Il Local Hub è il primo co-working in Valtellina, si tratta di un progetto che può davvero diventare il motore fisico di un cambiamento per chi vive qui», continua Elisa D’Anza. «Per questo abbiamo voluto che questo spazio fosse il più possibile partecipato dalla comunità, facendo in modo che anche i contenuti venissero decisi da chi vive questi luoghi». È così che è stato lanciato il bando “Mi prendo la briga di costruire un co-working”, per costruire un programma di eventi ed iniziative da organizzare proprio all’interno del Local Hub. «Oltre alla creazione del programma, una parte del bando era rivolta alla presentazione di idee per micro-progetti da sviluppare sul territorio e di iniziative di marketing territoriale. In questo senso il co-working è completamente immerso nel contesto territoriale». Un ruolo chiave è poi affidato alle relazioni con le aziende. «L’idea è quella di favorire uno scambio continuo, trasformando il Local Hub in uno spazio di contaminazione. Abbiamo organizzato uno speed date, in cui i dirigenti delle imprese della zona hanno incontrato i ragazzi: un’occasione di incontro utile per fare networking, ma anche per le aziende che possono incontrare le competenze presenti sul territorio». È proprio per continuare a intrecciare i rapporti tra giovani e impresa che, non troppo lontano dal Local Hub è stato sviluppato il Co-factory, un laboratorio con tre officine: una di stampa digitale, una dedicata alla domotica e una al riuso. «Anche questo è un luogo di contaminazione aperto alla comunità, dove i ragazzi e le aziende possono incontrarsi per sperimentare nuovi prodotti e servizi», spiega Elisa D’Anza.

«Si tratta davvero di nuovi punti nevralgici da cui attingere energia per tutto il territorio». Il cambiamento parte anche da qui.