Se la risoluzione del conflitto parte dalla scuola

Attivati nelle scuole di periferia di Como, Lomazzo e Mozzate dei percorsi risolvere gli scontri e prevenire il bullismo

Data di pubblicazione: 13 Luglio Lug 2018 1303 13 luglio 2018

Obiettivo: rivoluzionare la gestione dei conflitti e puntare sulle comunità come strumenti per la loro risoluzione. Tra le comunità scegliere le scuole e in particolare 150 studenti, 50 docenti e 80 famiglie. È questa l’iniziativa nata nell’ambito del progetto ConTatto, sostenuto dal bando ‘Welfare di comunità’ di Fondazione Cariplo e attivata nelle scuole di periferia di Como, Lomazzo e Mozzate. L’idea di partenza era quella di far vivere la scuola come una vera e propria comunità, «la nostra proposta era di diffondere una gestione riparativa dei conflitti», spiega Tiziana Mannello responsabile del progetto. Dopo un primo momento di conoscenza con le scuole del territorio tra luglio e ottobre 2017 si sono svolti gli incontri con le dirigenze scolastiche dei tre Istituti comprensivi (due scuole elementari e tre medie), e si è dato il via ai gruppi di co-progettazione composti da operatori del progetto, dirigenti scolastici e rappresentanti dei genitori

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«siamo partiti con sette classi pilota con le quali sono stati costruiti dei laboratori paralleli e tre laboratori formativi con i docenti e altrettanti con i genitori» continua Mannello.

Una particolarità è che il progetto ConTatto è attivo anche nei territori di due dei tre istituti comprensivi: quello di Como Rebbio e Lomazzo. Le attività vere e proprie con gli studenti hanno preso il via a gennaio di quest’anno. In totale sono stati realizzati dai sei agli otto incontri con gli studenti e tre con gli adulti. «Ogni gruppo aveva poi il compito di realizzare degli elaborati per raccontare le conoscenze maturate e quanto, in termini di apprendimento e tecniche per affrontare i conflitti si portavano a casa» continua Mannello.

E i risultati? «Sicuramente sono stati raggiunti a diversi livelli: uno è di tipo organizzativo scolastico. Soprattutto dove i dirigenti hanno compreso il valore del progetto e condiviso gli obiettivi è stata l’occasione per introdurre nuove modalità di approccio: come se la scuola a livello costitutivo dicesse “sì, credo all’approccio riparativo e voglio continuare”» osserva Mannello ricordando come tutto questo permetta di dialogare in modo differente su tematiche quali il bullismo e i conflitti. «Prima del nostro intervento il termine riparazione era pensato solo come un chiedere scusa, ora la stessa parola suscita attenzione sul processo attraverso il quale si arriva alla risoluzione dei conflitti e questa consapevolezza è molto importante per le persone che sono diventate più disponibili al dialogo» spiega.

Il progetto ora proseguirà anche con un ampliamento ad altre scuole «stiamo costruendo il futuro» conclude Mannello. «Il primo anno è servito per conoscerci e condividere un approccio riparativo e le premesse culturali di tutto il progetto così da entrare con una base comune nelle maglie di conflitti specifici». I laboratori dei ragazzi hanno anche prodotto tre video, delle slide, una canzone rap, quattro cartelloni e una sceneggiatura – al momento non divulgabili - che saranno la base per partire il prossimo anno in cui i ragazzi che hanno sperimentato il progetto – con la logica del peer to peer che sarà utilizzata anche tra insegnanti e genitori – lo diffonderanno. «Perché in fondo ConTatto lo facciamo tutti insieme».