Il progetto ConTatto nasce per riportare la risoluzione dei conflitti tra le persone ad una sfera relazionale e locale, attribuendo alla comunità un ruolo chiave per gestire i conflitti e prevenire i reati. Sviluppato negli ambiti distrettuali di Como e di Lomazzo-Fino Mornasco, ConTatto punta così ad evitare l’esclusività delle deleghe alla sfera giudiziaria civile e penale, che spesso si traduce in tempi estenuanti di risoluzione dei conflitti, stati prolungati di malessere individuale e collettivo e una distinzione rigida tra i ruoli della vittima e del responsabile, alimentando così un processo di frazionamento sociale. Partendo dalle sperimentazioni già attivate tra operatori di ambito giudiziale e terzo settore, ConTatto punta ad identificare modalità alternative di prevenzione e gestione dei conflitti.
Protagonisti del progetto saranno i quartieri periferici o popolari, le scuole e i luoghi aggregativi che presentano alti tassi di micro-conflittualità, tra questi il quartiere di Rebbio, il comune di Rovellasca, la stazione ferroviaria di Lomazzo e sette istituti scolastici, dalle scuole dell’infanzia, agli istituti primari e secondari, fino alle scuole professionali. Saranno questi i luoghi in cui verranno intrapresi percorsi di mediazione sociale e prevenzione, oltre che di sensibilizzazione e informazione sui temi della comunità riparativa come strumento di gestione e ricomposizione dei conflitti.
Oltre al lavoro nei luoghi in cui sorgono le prime contrapposizioni sociali, ConTatto prevede anche un’attività di informazione e sensibilizzazione dedicato agli attori del sistema della giustizia, tra cui avvocati, giudici, procuratori, operatori dei servizi penitenziari, mediatori penali e civili, così da sviluppare percorsi alternativi che coinvolgano i responsabili, le vittime e le comunità, in un’ottica di prevenzione della recidiva. Un’attenzione particolare è riservata alle vittime dei reati. Tra le attività del progetto infatti sono incluse anche esperienze di avvicinamento, incontro, accoglienza, ascolto, supporto e processi di empowerment, con la creazione di punti di accoglienza, percorsi partecipati e l’istituzione di un fondo a sostegno delle vittime per garantire così una loro piena riconciliazione con il territorio e la comunità.
L’intervento prevede anche una forte attività di sensibilizzazione a favore di una cultura diffusa della mediazione e delle pratiche riparative e azioni di comunicazione e raccolta fondi su una “buona causa” particolarmente complessa.