Vittorio ha 50 anni, abita nella provincia di Lecco con la moglie casalinga e il figlio Roberto di 16 anni. Vivono in un appartamento in affitto, si sono trasferiti dalla Sicilia in Lombardia per il figlio Roberto, invalido al 100% con una diagnosi di ritardo psicomotorio e deficit visivo cognitivo. Hanno anche un’altra figlia, Claudia che studia a Padova. Vittorio non lavora dal 2010. Ora è iscritto nelle varie agenzie interinali, ma non è ancora riuscito a trovare un’occupazione. Vittorio e la sua famiglia non sono in carico ai servizi sociali, ma iniziano a vivere una condizione di estrema vulnerabilità che potrebbe cronicizzare la loro situazione. È per persone come loro che è nato il progetto Valoriamo che interviene sull’intero Distretto di Lecco: 85 Comuni divisi negli Ambiti di Lecco, Merate e Bellano, con una popolazione che conta 339.238 abitanti. L’obiettivo del progetto è affrontare la fragilità connessa alla disoccupazione, il target di riferimento sono le persone in temporanea difficoltà, ad alto rischio di cronicizzazione, non coperte da misure di sostegno pubblico legate alle politiche attive del lavoro.
Analizzando le ultime domande presentate per il reddito di inclusione di Lecco su 300 domande, ben 131 (40%) sono state respinte; si parla principalmente di famiglie mononucleari, genitori separati, over 45 espulsi dal mercato del lavoro, disabilità non certificate, donne vittime di violenza. Il progetto lavorerà dunque per raccogliere ed intercettare nuove vulnerabilità non solo tramite la rete dei servizi sociali, che non possono prenderli in carico per mancanza di requisiti, ma anche attraverso reti informali, quali scuole, parrocchie, associazioni, segretariato sociale dei sindacati e sportelli delle associazioni di categoria. Per rispondere a questo bisogno la rete progettuale genererà una governance plurale, nella quale welfare municipale, aziendale e contrattuale dialoghino al fine di generare nuove risposte di comunità al fine di ottenere un “welfare aziendale a km 0 e inclusivo”.
Valoriamo prenderà in carico circa 500 situazioni di nuove vulnerabilità l'anno per un complessivo di 1500 sui tre anni.
Le azioni di progetto prevedono la creazione dell’Agenzia di Innovazione Sociale, che metterà in rete aziende, enti del terzo settore ed enti pubblici, per la definizione di azioni che, attraverso la costituzione di un fondo, possano rispondere ai bisogni di inclusione socio lavorativa delle persone. Per questo motivo il progetto prevede l’attivazione di welfare hub e welfare point (antenne locali): i welfare hub, uno per ambito territoriale, coniugheranno gli interventi di cooperative sociali, enti pubblici, sportelli sindacali, sportelli ASST e sportelli imprenditoriali per innovare il sistema di risposte ai bisogni, sperimentando una governance partecipata e nuove modalità di implementazione delle risorse economiche.
A ciascun welfare hub faranno riferimento 5 welfare point. All’interno dei welfare hub opereranno 3 welfare community manager e un corporate manager. Tali figure avranno il compito di mappare servizi esistenti sul territorio, raccogliere e condividere dati, definire, in accordo con l’agenzia di innovazione e il comitato del fondo, le regole di erogazione territoriale del fondo di inclusione, attivare l’erogazione delle risorse e ricollocare le risorse pubbliche. È prevista la costruzione e mappatura di servizi da caricare sul software Ambrogio a km0, un “maggiordomo territoriale”, ovvero un gestionale che funge da interfaccia tra gli attori del territorio coinvolti nei servizi di welfare aziendale, contrattuale e municipale, e la rete del progetto Valoriamo.
Le restanti due azioni prevedono l’attivazione del marketing sociale come strumento di ingaggio della cittadinanza su singole campagne di raccolta fondi, coinvolgendo anche gli esercizi commerciali della provincia e l’avvio degli accompagnamenti al lavoro, attraverso reti formali dei servizi sociali e dei welfare point e reti informali.