L'ambito del distretto di Morbegno, in Valtellina, è un territorio montano di 495,80 chilometri quadrati che vive grandi disagi. Ci sono un alto tasso di dispersione demografica in considerazione dei suoi circa 95 abitanti per chilometro quadrato, l'isolamento causato da una sostanziale chiusura delle vie di trasporto nei confronti di province, regioni e nazioni limitrofe, connotando la valle come una sorta di “vicolo cieco” e una grave crisi che vede una crescente disoccupazione.
Tutte cause che hanno portato al problema della vulnerabilità delle famiglie: sono 20.700 i nuclei. Di questi circa 2.000 vivono una situazione di bisogno conclamato e sono già in carico ai servizi mentre altre 4000 vivono in una situazione a “rischio di vulnerabilità”, determinata principalmente da tre elementi: la fragilità dei sistemi relazionali, l’indebolimento dei sistemi educativi e alcune specificità del contesto locale.
Il progetto #Comunitàchediventafamiglia intende promuovere un cambiamento culturale riguardante le modalità con cui la comunità affronta il tema della vulnerabilità delle famiglie, intesa non soltanto in senso economico ma anche in relazione all’assenza di reti relazionali sufficientemente forti da impedire alle famiglie di cadere in una condizione di fragilità a seguito di eventi critici o inattesi.
Una proposta per favorire e sostenere un cambiamento nel modo di considerare e trattare la vulnerabilità, rendendo nominabile senza provare vergogna il tema della “richiesta di aiuto” e riqualificare i sistemi relazionali offrendo esperienze di incontro nuove che coinvolgano la comunità. Infine, incrementare le capacità delle famiglie nel fare fronte alle proprie difficoltà.
Il progetto è costituito da tre macro azioni. La prima è “Comunità che cresce”, un intervento trasversale, che, attraverso una decodifica comune del fenomeno, intende avere un impatto su tutti i livelli (da quello politico a quello strettamente operativo) ed è pensato per facilitare le organizzazioni coinvolte nel percepirsi come un sistema integrato. L’obiettivo è quello di definire linee politiche di intervento aggiornate ed efficaci. #Ritrovofamiglie è il secondo e intende riqualificare le relazioni tra le famiglie, le associazioni e le istituzioni; vuole valorizzare le risorse già esistenti sul territorio e implementare le reti locali dei soggetti attivi, al fine di trovare risposte condivise e co-prodotte.
Saranno individuati spazi configurati come luoghi di rigenerazione di relazioni, di rimessa in circolo di risorse e di co-produzione di risposte. Il fenomeno della vulnerabilità può essere affrontato offrendo la possibilità di rimettere in gioco le proprie capacità, anche se residue, in una logica circolare. Infine, il terzo: “Comunità che cura e che sostiene”. Orientato alla presa in carico delle problematiche delle famiglie vulnerabili, in una logica di attivazione delle risorse residue, tramite la trasformazione dell'offerta dei servizi ed è fortemente integrata con l’azione #Ritrovofamiglie, partendo dalle problematiche specifiche che emergono delle singole famiglie, integrando ed ampliando l’operato classico dei servizi e superando la logica "prestazionale".
La strategia del progetto è caratterizzata da alcuni elementi cardine che caratterizzano le diverse azioni proposte. In primo luogo, la gradualità nell’attivazione degli interventi, programmandone l’avvio al fine di rispettare una naturale tempistica di costruzione di processi e di evitare carichi eccessivi di lavoro. La stretta relazione con il territorio e i suoi abitanti, al fine di costruire dinamiche relazionali e di fiducia. Il rinforzo e consolidamento delle sperimentazioni nate in seno all’esperienza della Coprogettazione con il terzo settore. Infine, la trasformazione delle competenze professionali e volontarie verso il community management, intesa come competenza trasversale capace di attivare il territorio.