Sono 71.767 gli abitanti nell’Ambito Distrettuale Visconteo Sud Milano, aree periferiche dove, in un contesto di crisi e di vulnerabilità generalizzata alle diverse fasce d'età, si osserva un'importante diffusione di fenomeni di negligenza da parte degli adulti nello svolgere la funzione genitoriale. Emerge infatti con evidenza come, nel momento in cui le famiglie vivono condizioni di grave difficoltà, solitudine, povertà relazionale, culturale, economica e conflitti familiari, aumenti significativamente il rischio per i genitori di incorrere in comportamenti negligenti nei confronti dei figli.
A partire da questo quadro, emergono due nodi critici relativi alle attuali strategie di intervento: uno è rappresentato dall'intercettazione non tempestiva delle situazioni di rischio, l’altro dalla messa in campo di risposte non adeguate, spesso appunto in chiave emergenziale e riparativa.
A tale proposito la Neuropsichiatria Infantile segnala un’altissima percentuale di ricorsi impropri a diagnosi di disabilità non riconducibili a cause organiche, ma a quadri psicologi che, almeno in parte, potrebbero essere riconducibili ad effetti di esperienze relazionali sfavorevoli con le figure parentali.
Il progetto nasce dunque per prevenire le situazioni di rischio e mettere in campo risposte adeguate per favorire la ricomposizione sociale, adottando strumenti che favoriscano il rafforzamento dei legami familiari.
Texére lavora su tre assi di intervento: i servizi sociali, le scuole e la comunità.
Prima di tutto infatti il progetto intende limitare i servizi di presa in carico dei minori e delle loro famiglie, arricchendoli e integrandoli con interventi rivolti a reti e gruppi, finalizzati allo sviluppo di una comunità più solidale e coesa. Fondamentale sarà proprio il ruolo della scuola che verrà coinvolta come soggetto in grado di intercettare e prevenire comportamenti negligenti, offrendo interventi co-progettati e cogestiti, che rispondano più adeguatamente ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie.
Sarà infatti attivata la figura dell'educatore scolastico e verranno aperti dentro la scuola spazi d'ascolto gestiti da psicologi e pedagogisti e luoghi, come la “Casa per fare Insieme” in cui creare azioni di osmosi tra il “dentro” e il “fuori”, dove i cittadini intenzionati a mettere a disposizione una parte del proprio tempo lavoreranno al fianco dei professionisti, i quali abbandoneranno le proprie sedi istituzionali per avvicinarsi al territorio e mettersi in ascolto dei bisogni della famiglia, vista maggiormente come risorsa e protagonista attiva del suo percorso di cambiamento.
L'elemento trasformativo che il progetto promuove consiste nel ridefinire e riorganizzare il meccanismo di incrocio tra l'emersione dei problemi e il reperimento e l'attivazione delle risorse: il combinato disposto delle attività del progetto mira, nell’arco del triennio, da un lato a ridurre l’incidenza degli interventi di protezione rivolti ai minori in grave stato di trascuratezza e l’utilizzo improprio di interventi rivolti ad altre problematiche, dall’altro ad aumentare le esperienze preventive di accoglienza che insistono sul territorio di vita dei bambini e a diversificarne le forme, dalla sperimentazione di forme di prossimità (sostegno ai compiti, nei week end, all’interno di strutture quali la “casa per fare insieme”) all’affido part-time. La Comunità in tal senso sarà dunque chiamata a svolgere un ruolo centrale per la promozione di una cultura educativa fondata sul concetto di genitorialità sociale.