Nella Bassa Bresciana Orientale dal 2006 al 2014 la popolazione è cresciuta del 13%, più del doppio rispetto ai parametri provinciali che si fermano al 6% e dei regionali che restano invece al 5%. La crisi ha colpito anche questi territori dove, dal 2009, il 40% dei contribuenti resta in una fascia di reddito inferiore ai 15mila euro annui. Una fragilità che aumenta soprattutto nei nuclei familiari, manifestandosi in criticità quali perdita del lavoro, instabilità abitativa e frammentazione relazionale.
Con l’obiettivo di coinvolgere 4500 famiglie del territorio, #genera_azioni intende sviluppare un sistema di welfare spontaneo: prossimo nelle relazioni, innovativo nelle esperienze e ricompositivo nella governace pubblico privato, risultato di un processo generativo nato da bisogni e risorse dei cittadini grazie a un dialogo condiviso e partecipato tra enti locali, privato sociale, associazioni, aziende e cittadini.
Attraverso facilitatori di comunità, esperti di lavoro di rete – che sul territorio rappresentano delle forze aggregative delle pluralità di soggetti – sono sviluppati dei laboratori di prossimità: luoghi di pensiero e riflessione in cui offrire ai cittadini la possibilità di costruire insieme nuove soluzioni alle situazioni di fragilità.
Questo lavoro di comunità trova sede nei 6 Punti di comunità, spazi fisici di partecipazione, di relazione e di intercettazione preventiva della fragilità, in tutte le sue forme, ma si moltiplicherà creando altri “punti” diffusi sul territorio, quali le piazze, i parchi, le biblioteche, le sale studio…
I Punti di Comunità nascono dalla co-progettazione con il territorio come luoghi diversi da classici “sportelli di erogazione di servizi”, ma luoghi che favoriscano l’incontro, l’attivazione e la prossimità fra interlocutori abitualmente distanti come, ad esempio, le aziende locali, le realtà di volontariato, i gruppi di cittadini; questi Punti di comunità saranno anche generativi di nuove iniziative promosse dai cittadini stessi a beneficio dell’intera comunità e potranno trovare sostegno dal progetto stesso.
Per fare fronte alla sfida della crisi occupazionale, il progetto propone un “piano integrato lavoro”: una serie di misure, in stretta collaborazione con i punti di comunità, le aziende del territorio, le agenzie di somministrazione e i servizi locali , volte a favorire l’incontro tra domanda e offerta, opportunità di formazione e scambio di competenze, sostenere l’attivazione delle persone al di fuori del mercato del lavoro con sostegni per i tirocini e le assunzioni.
Per le difficoltà abitative , un apposito “Piano integrato casa” prevede la realizzazione di diverse azioni: l’introduzione della figura del “custode sociale” in contesti abitativi difficili, la diffusione delle esperienze di coabitazione solidale; la messa a disposizione di strumenti di garanzia per facilitare l’accesso al mercato degli affitti, sensibilizzando proprietari privati e agenti immobiliari e permettere la negoziazione di canoni calmierati.
Per sostenere le famiglie, un “Piano integrato adolescenti” promuove il contatto con adolescenti e giovani accompagnati da facilitatori specializzati per realizzare esperienze significative sia in termini di laboratori sia nella reinterpretazione di strumenti orientativi come l’alternanza scuola lavoro.