Nasce dal coinvolgimento di una rete di soggetti del mondo del sociale e del non profit della provincia di Cremona il progetto Well-fare legami che, come dice chiaramente il nome, ha come obiettivo principale quello di creare legami nella comunità e di intercettare i soggetti vulnerabili, per gestire i problemi in un’ottica partecipativa e preventiva attraverso l’attivazione delle risorse del territorio.
Punto di partenza è considerare le persone come soggetti attivi chiamati a recuperare, mantenere e vivere responsabilmente il proprio percorso di vita all’interno della comunità intesa come insieme di legami, relazioni, scambi che generano opportunità, crescita e possibilità di arricchimento reciproco e collettivo.
Per ottenere l’obiettivo è necessario superare la condizione di fragilità connessa all’isolamento, alla mancanza di reti familiari e amicali ma anche alla limitata possibilità di accesso alle opportunità e alle condizioni di benessere che rendono possibile un progetto di vita.
Tra i risultati che il progetto si prefigge c’è la trasformazione dell’intervento di welfare e della spesa sociale secondo un modello che fronteggi le vulnerabilità investendo sulla capacità delle persone, attraverso azioni di responsabilizzazione e attivazione del contesto, in maniera inclusiva.
Ma c’è anche l'introduzione di elementi di sostenibilità del sistema di welfare che abbandona il paradigma domanda/risposta individuale e che riconosce la comunità quale "intelligenza collettiva" in grado di individuare i problemi, leggere i fenomeni e attivare percorsi innovativi di soluzione. Cinque sono invece le strategie attraverso cui opera il progetto: il patto gener-attivo per l’inclusione attiva e l’autonomia; laboratori di comunità (quartieri, paesi, luoghi di lavoro) per leggere insieme i problemi, ascoltare i bisogni e progettare le modalità di intervento; gli incroci in comunità (Civic Center) per introdurre una modalità operativa fondata su dinamiche di aggregazione della domanda; i Wel(l)fare Lab: percorsi di ricerca-azione attorno al rapporto tra i nuovi fenomeni di vulnerabilità e le culture professionali dei diversi attori del welfare locale; un piano di fundrasing comunitario e di comunicazione.